Rispettosa massaia della palude: “Quanto ci costano le scelte politiche come quelle di Berlusconi e del PdL di ieri? In quanto tempo un eventuale inasprimento dello spread potrebbe bruciare una quantità di denaro, cheneso, paragonabile al fondo di copertura per gli esodati?”
Mezzuomo: “Eh, bella domanda. Risulta sempre molto difficile cercare di valutare l’impatto finanziario di certe dichiarazioni e di certi comportamenti anche e soprattutto perché le reazioni istintive sono per definizione irrazionali e dunque incontrollate. La strada più probabile, come pare sia emerso dalla conferenza di Alfano, è una crisi pilotata che porti ad anticipare il voto ai primi di marzo. In queste situazioni basta un nonnulla che… Sai, le variabili in gioco son talmente tante che non risulta affatto facile uscirne bene.Quel che è certo è che il PdL intende dare l’eutanasia a Monti, senza però farsi trovare con la pistola fumante in mano. I motivi sono molteplici per quanto, io credo, il principale al solito sia la giustizia. Lo Psico Nano ritiene che Monti abbia violato quel patto non scritto, quel salvacondotto che avrebbe potuto salvare la sua persona finché non verrà rinchiuso nel suo stesso mausoleo. Il Consiglio dei Ministri infatti ha approvato oggi il Dl relativo all’incandidabilità di (certi) condannati, ma soprattutto una sorta di “autorizzazione a procedere” nel caso un eletto venga condannato durante il proprio mandato con sentenza passata in giudicato che ne determini l’immediata decadenza da ogni carica. Lo Psico Nano, insomma, ha paura che una volta rieletto (in Parlamento, e quel posto non glielo leva nessuno) venga condannato in almeno uno dei suoi mille processi e che di conseguenza gli tocchi dimettersi, tutto qua. Questa è la sua battaglia, lo è sempre stata e finché non se ne andrà ad Hammamet combatterà. Mettiamoci l’anima in pace. Io vi (ri)dico la mia, per me il Nano è il passato. Punto…. Su questo aspetto vostri commenti.
Veniamo però alla domanda vera, cara massaia… Visto che mi stavo perdendo per strada. Lo spread è un falso problema se si tratta di fiammate di breve periodo, così com’è un falso successo quello che declama Monti, visto quel che è successo ieri e vista la volatilità che ha dimostrato il nostro differenziale rispetto ai bund. Lo spread è un problema se s’instaura un trend negativo dovuto all’andamento del nostro tasso laddove il bund dovesse restare stabile. Ciò imporrebbe nelle successive aste di rifinanziamento di “rinnovare” il debito a tassi più alti di quanto non lo siano stati quando quel certo pezzetto di debito (che andiamo a sostituire) era stato in origine generato.
Se dunque cerchiamo di quantificare l’impatto si va sul difficile. E su questo sinceramente dovrei documentarmi. I veri problemi, infatti, sono venuti da trend lunghi mesi (come tra l’estate 2011 e il marzo 2012) e non è ben chiaro quanto ciò abbia influito sulle casse dello stato. Potrei dilungarmi sulla questione andando a fare un conto della serva sull’andamento del nostro debito/PIL di quel periodo, ma le componenti da analizzare sono talmente tante che forse… mi perderei nella palude… ed avrei bisogno che tu, massaia, mi rimettessi sulla retta via.
Ergo lasciamo stare per il momento i numeri. La domanda la faccio a voi. Pensate che le scelte del PdL possano avere un impatto sulle elezioni ormai alle porte? Son curioso di sapere che ne pensate.
Uomo: “A me pare che siamo di fronte all’ennesimo teatrino della politica italiana, proprio nello stile della Prima Repubblica. La tempistica è indicativa. La scorsa settimana primarie del PD. Successo del candidato vincitore prevedibile. Si ricandida “automaticamente” lo Psico, con Alfano che dice “a questo punto le primarie non sono più necessarie”, a ricordarci ancora una volta che quello non è un partito, non è una coalizione, ma solo una emanazione delle velleità dello Psico. Mi pare un percorso già visto, già annunciato, già segnato. Mi pare che non ci sia nulla di nuovo nel panorama politico, nonostante la grande prova di democrazia che sono state le primarie del PD. L’esperienza dei tecnici si avvia verso la fine. Il rigore lo dovevano applicare loro. Mai nessun politico avrebbe avuto il coraggio di compiere scelte così impopolari come quelle viste negli ultimi mesi, con una tassazione che è arrivata a livelli esosi, colpendo le solite categorie e lasciando inalterati i privilegi delle solite cricche. Pagando certamente le scelte scellerate e allegre dei governi dello Pisco…Ma questo non basta certo a spiegare tutto. Rigiro allora la domanda al nostro economista da strapazzo, dove saremmo ora se le primarie non le avesse vinte “il partito”, ma il caro Matteo?!”
Mezzuomo: “Chi è l’economista? Non ne vedo in giro. Provo a rispondere alla domanda politica. Cosa sarebbe successo se avesse vinto Matteo.
Beh, per ora molto poco, visto che l’unica cosa davvero importante è vincere alle prossime politiche. Resta il fatto, però, che nelle dinamiche interne alla politich(etta) italiana qualcosa di grosso sarebbe potuto succedere. Il Nano, in primis, non sarebbe proprio stato della partita, secondo me. Le primarie sono state un grande successo democratico, è vero, ma anche la dimostrazione che l’Italia anche nel suo lato progressista, è un paese che non vuole, o meglio, ha paura di cambiare. Se avesse vinto Renzi domenica, sarebbe stata una deflagrazione per l’establishment del PD e contestualmente la morte sicura del Berlusconi politico, assolutamente non in grado di tener botta ad una persona di quarant’anni più giovane e per molti versi a lui simile. La vittoria di Bersani ha per così dire “ringalluzzito” il Nano che tenta adesso di far saltare il banco, per scappare come al solito col malloppo, cavalcando magari lui l’idea di rottamazione e di ricambio generazionale (tra i suoi e non solo).
Non credo che il Nano vincerà, però, dobbiamo combattere fino alla fine per scongiurare il rischio che gli italiani continuino ostinatamente a non voler cancellare uno dei periodi più scelerati della nostra storia.
Sul lato economico, mi astengo. Bersani implicitamente sostiene che la strada sia già stata in gran parte tracciata da Monti, e a me la cosa non entusiasma, Renzi non abbiamo idea di quello che avrebbe fatto, se non una revisione del modo di spendere i quattrini, cosa che a me faceva molto gola, sinceramente. Un’altra cosa su cui possiamo essere piuttosto sicuri è che non avremmo visto una tale accelerata nella crisi del governo Monti se Bersani non avesse vinto e dunque Silvio non fosse sceso in campo. Credo, invece, che saremmo andati galleggiando fino a primavera con una situazione di spread stazionaria (o forse anche al ribasso), e senza grossi scossoni.
Evidentemente, però, tutto ciò è troppo lontano dal nostro modo di concepire la politica. In fondo, noi italiani non sappiamo neppure cosa sia la Realpolitik di bismarkiana memoria.
Riusciremo ad uscire da questo limbo? Non credo per quanto lo voglia fortemente.
La domanda dunque è: Bersani ci farà da Caronte portandoci all’Inferno oppure si guadagnerà la caratura di statista e ci riporterà nel mondo “normale”?”