Alcuni anni fa, su un vecchio giornale di pesca, un noto giornalista del settore utilizzò il titolo che mi sono permesso di mutuare. Ferma restando la distanza siderale tra pesca ed economia, quell’articolo ha avuto il merito di scatenare in me una riflessione che di tanto in tanto riemerge in quel marasma della mia zucca e che va molto al di là della pesca.
Senza inerpicarmi sugli aspri pendii di un improbabile confronto tra pesca ed economia, il tema è evidentemente di attualità: nella realtà di oggi, nell’economia di oggi, chi vince? Il versatile o lo specialista? Quello bravino in molte “discipline” o quello “bravo” in una sola?
Non credo ci sia solo una risposta a questa domanda, sono un po’ relativista in fondo, ma quel che ho visto intorno a me, mi porta a pensare che in questo bailamme sia la specializzazione a prevalere, a differenza del senso comune secondo cui “si campa meglio se riusciamo a sbrigarcela un po’ qua un po’ là”.
Ma a che pro tutto questo preambolo?
Ho l’impressione che uno dei motori impliciti della crisi che stiamo vivendo, in Italia peggio che altrove, sia la scarsa competenza di buona parte dei policymakers, degli imprenditori e dei banchieri che avrebbero dovuto dare le risposte più concrete, fare le scelte più difficili, ma soprattutto assumersi le responsabilità connesse al ruolo che ciascuno di essi riveste.
Cosa sia successo, ahimé, è cosa nota. La pressappochezza, l’approssimazione, la scarsa preparazione, l’incapacità, ecc. hanno esacerbato la crisi e infine la prassi tutta italiana della “negazione dell’evidenza” ci ha condotto nel baratro.
Quel che voglio dire, alla fin fine, è che il pane deve essere fatto da un panettiere, il politico deve fare il politico, il banchiere deve prestare denaro, il gelataio deve fare il gelato, e così via.
A quanto pare, non sono il solo a pensarla così, e questo mi rincuora. Andate a leggervi questa intervista: http://www.corriere.it/economia/12_aprile_28/manca-basta-con-manager-finanzieri_9ed4fcf6-9101-11e1-9c63-0823a340624b.shtml
Si badi bene, non sono d’accordo su tutto con Del Vecchio, ma credo che abbia centrato in pieno il problema di molte grandi aziende italiane: esse vengono gestite da persone troppo spesso elette o assunte per scelta politica senza che sappiano neppure quale sia il core business di un’azienda! Questo fa sì che il banchiere si metta a fare l’immobiliarista, l’imprenditore il finanziere ed il politico il procacciatore di affari… E i risultati si vedono!
Speriamo che si apra una riflessione, ne dubito, ma proviamoci.
(Un ringraziamento speciale al solito artista).