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E ora?

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L’esploratore Bersani torna al Colle senza aver trovato la gallina dalle uova d’oro.

Riparte Napolitano, ma il sentiero è stretto, molto, forse oggettivamente troppo.

Il giudizio sul lavoro di questi giorni di Bersani è ambivalente, al solito. Se da un lato è stato apprezzabile lo sforzo di non accettare le pregiudiziali del Nano, dall’altro è stato un colpevole errore non provare ad accordarsi con i grillini intorno ad alcuni punti di scopo come la rinuncia ai rimborsi elettorali e la strutturazione di una nuova legge elettorale. Checché ne dica il signor Grillo non credo che i suoi, o almeno parte di essi, non sarebbero stati disponibili a concedere una fiducia seppur condizionata a Bersani se questi avesse accettato alcune precondizioni.

E adesso che succede? Il Nano, dopo l’incontro col Presidente della Repubblica, ha dato il più classico dei baci della morte a Bersani che, a questo punto, se dovesse accettare un appoggio da parte del PdL dovrebbe senza colpo ferire calarsi i pantaloni in vista della battaglia per l’elezione dell’inquilino del Quirinale.

Grillo chiederà per sé l’incarico, ma è altrettanto scontato che Napolitano lo rimandi a casa di corsa. Nonostante i tanti proclami del piazzista genovese.

Poi toccherà a Monti salire al Colle. Sì, Monti. La delusione Monti. L’uomo che ha avuto la chance irripetibile per cambiare qualcosa in questo paese, ma che si è avviluppato nel più trito politichese e che ormai è un triste ricordo di un’Italia che non c’è più, o meglio, che forse non c’è mai stata.

Infine ritoccherà al PD. In quest’ultimo incontro, io credo, ci possano essere le residue speranze di non tornare di corsa al voto. Speranze riposte nella possibilità di trovare e proporre un outsider in grado di far saltare il banco. Speranze che però hanno scarsissime probabilità di successo.

Che fine faremo, quindi, resta un gran mistero. Indovinare la direzione in cui andremo da qui alla fine delle brevissime vacanze pasquali è più o meno come lanciare una moneta. Di una cosa però possiamo essere certi: è passato più di un mese dalle elezioni e non abbiamo ancora cavato un ragno dal buco. La domanda che mi pongo dunque è se non sarebbe stato meglio rivotare a stretto giro. E non mi si dica che non è possibile, la Grecia in piena crisi lo scorso anno ha votato due volte, rispettivamente il 6 maggio ed il 17 giugno. Se in Italia non riusciamo a farlo, con buona pace di destra e sinistra, è solo perché i partiti tradizionali avevano (ed hanno) una paura matta di essere risucchiati nel turbine della protesta e cercano in tutti i modi di prendere tempo per trovare una soluzione per (auto)conservarsi.

Non possiamo aver paura di Grillo e soprattutto gli italiani non possono permettersi di perdere altro tempo.  

Caro re Giorgio, pensaci.

Il pifferaio

C’era una volta un tizio.

Un quaraquaquà nel lessico di Sciascia.

Passavano gli anni, cambiavano i tempi eppure costui era sempre lì, pronto ad ingannare le folle con voce suadente e atteggiamento ammaliante. Le sue parole di volta in volta si rivelavano favole, promesse irrealizzate e irrealizzabili eppure… eppure… Le folle continuavano ad adorarlo ed inevitabilmente a votarlo.

Avete capito di chi parlo, vero? Bene, allora non c’è bisogno che vi dica chi è, tanto è grande il mio disgusto.

Facciamo così. Vi racconto un’altra storia. Vi racconto la vera storia degli effetti delle parole di quel tizio.

Guardate il grafico qui sotto:

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Ecco. Questo è il grafico dell’andamento del prezzo del nostro BTP a 40 anni. Il più lungo e di conseguenza meno soggetto all’emotività, alla volatilità che si deve a fatti, eventi e proclami che giorno dopo giorno accadono, ma che non incidono affatto sulla nostra storia. Come potete vedere con i vostri occhi a partire dall’estate di quest’anno, l’Italia ha guadagnato fiducia sui mercati. Il grafico è evidentemente ascendente, segno di un miglioramento del clima. Dobbiamo ringraziare Draghi, Monti, ma soprattutto tutti gli italiani che si sono votati al sacrificio in questi mesi. Insomma, è un fatto che oggi i mercati ci concedano maggior fiducia rispetto all’annus horribilis 2011.

Se guardate bene, però, ci sono 3 bolle in azzurro che evidenziano brusche rotture del trend ascendente. Volete sapere cos’è successo in quei giorni? Provate ad indovinare…

–          Metà ottobre: prima (ri)discesa del tizio in campo e primi veri scricchiolii nella fiducia al governo Monti.

–          Dicembre: colpo di mano del tizio che non vota la fiducia al decreto Sviluppo: il 20 dicembre Monti rassegnerà le dimissioni.

–          Fine gennaio: nel pieno della campagna elettorale, il tizio racconta la favola della restituzione dell’IMU, con annessi e connessi.

Ringrazio l’amico (“omertoso”) che mi ha raccontato questa (triste) storia e concludo mutuando le sue parole: “Questi son fatti non discorsi”. Speriamo che le folle, a questo giro, seguano qualcun altro (auspicabilmente al centro-sinistra), e non credano a quel nauseabondo pifferaio!

Una quaresima…. blasfema….

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Ho deciso. Comincio una forma di quaresima. Laica… o meglio blasfema. M’impegno a non incazzarmi più fino alle elezioni…

Sì, va bè… Non ci crede nessuno.

Mancano circa quaranta giorni alla celebrazione delle elezioni politiche più attese degli ultimi anni. Se gli italiani sceglieranno davvero il cambiamento o piuttosto si faranno infinocchiare come al solito da venditori di fumo, questo lo sapremo quando avremo contato l’ultima scheda.

Non vi nego il mio scoramento. Giusto qualche settimana fa avrei detto che saremmo riusciti, per una volta, a fare quel passo necessario verso il futuro, eppure oggi non ne sono così sicuro. La sconfitta di Renzi prima, Monti candidato, poi Ingroia e poi Silvio, che ancora va a giro senza camicia di forza, mi hanno sinceramente riportato coi piedi per terra e l’entusiasmo per la possibilità di assistere ad un epocale cambiamento si è ormai ridotto ad un lumicino.

Resto convinto che vincerà il PD, con larga maggioranza alla Camera e probabilmente perdendo il Senato, ma ahimé vincerà un PD che sarà costretto alle solite becere trattative con soggetti polititici che esistono solo nelle stanze del Parlamento e che non hanno alcun riscontro nell’Italia reale.

Perché è così. Tutti lo sappiamo. Abbiamo perso un’altra occasione per “affamare la Bestia”, per dirla con le parole di Giannino, di cui non ho simpatia, ma a cui riconosco il merito di essere uno dei pochi a mettere al centro della discussione il problema di com’è fatta e quanto costa ai cittadini del Bel Paese questa politica.

Il buon Monti ha rianimato lo Scudo Crociato, ma il Centro cos’è? Chi rappresenta? Chi sono e dove sono tra di noi i suoi militanti ed i suoi elettori? Che siano tutti in quel posto che si chiama Italia dei Carini?

Ingroia ha toppato. Gli arancioni chi sono? Forse sostenitori di Juščenko in Ucraina?

Il Nano invece fa il suo gioco. Siamo al limite del ridicolo, ma questo ce lo dovevamo aspettare. Il PdL però cos’è?

E Grillo? Come fa ad essere democrazia dal basso la sua se al primo accenno di dissenso si attuano epurazioni degne dei migliori fascismi?

Ecco, a queste domande io vorrei una risposta! Ho detto che non m’incazzo. Ho fatto un fioretto.

Gente, riflettete, non fatevi infinocchiare. L’unico voto utile oggi è quello per il PD. Non ci son santi che tengano!

Regresso italiano

Vignetta_ALTANMi perdo qualche giorno di attualità politica ed ecco che mi sveglio nella Prima Repubblica.

Pensavo fosse un brutto sogno eppure… Mi sono svegliato nel passato. Che abbia viaggiato su una DeLorean?

Sento aleggiare intorno a me il fantasma dello Scudo Crociato. Vedo facce, sento discorsi, intuisco inciuci e mi sento catapultato negli anni ’70 piuttosto che nel 2013. Non so se avete avuto la stessa impressione, ma non mi stupirei.

L’affaire Monti, in effetti, sta prendendo sempre più le sembianze di un maneggiamento da Prima Repubblica. Un appello alle forze moderate per combattere lo spettro del comunismo! Stai a vedere che ha ragione il Nano e che a Berlino ancora esiste il Muro! Monti, che giusto l’altro ieri si presentava come il grande innovatore in grado di andare oltre gli schemi della politica ordinaria e di infondere il pragmatismo nelle istituzioni italiane appoggiando senza se e senza ma i fautori delle “riforme”, si mostra sempre più come un leader squisitamente politico che non lesina colpi bassi ed invasioni di campo utilizzando linguaggi e atteggiamenti che sono ben poco consoni alla figura che abbiamo conosciuto in quest’ultimo anno e mezzo. Sì, Monti come novello dott. Jekyll che sempre più spesso è fuori controllo e si trasforma in Mr. Hide.

Siamo sicuri che nel 2013 l’Italia abbia bisogno di cotali persone? Ogni giorno ne sono meno convinto.

Il solito, becero… italico… trasformismo

DROME19_Supernatural_DanPerjovschi_2Mezzuomo: “Giornata impegnativa oggi, eh?

Monti, il Nano, Bersani, Fini, Montezemolo, Vendola e pure Grillo… Tutti hanno parlato. Tutti o quasi, però, a sproposito.

Non farò la cronostoria di quel che è stato. Non serve. La rete ne è piena. Tutti ne parlano, tutti danno una propria lettura e questo non è un male perché la discussione riaccende l’interesse per la politica. Credo sia però necessaria una triste riflessione. L’Italia con oggi si conferma la patria del trasformismo. Non che ce ne fosse bisogno, per carità, ma le dichiarazioni di oggi sono un susseguirsi di sproloqui da parte di persone, che, prima di essere politici, sono banderuole.

Dico questo con il solito amaro in bocca. Sono dispiaciuto che, di volta in volta, le mie aspettative vengano puntualmente tradite.

Cominciamo con Monti. Il discorso di oggi è stato importante ed interessante, non lo nego. Di dieci, cento, mille Monti avremmo bisogno in questo paese. Si è rivelato essere un politico molto più innovativo di forse tutti i politici italiani. Si possono condividere o meno molti aspetti della sua “agenda”, ma è un fatto che in pochi abbiano capito bene come lui cosa significhi far politica in Italia, in Europa e nel mondo, oggi. Due cose però stonano. La prima è certamente l’atteggiamento da dominus. Sa di avere in pugno la politica italiana e la “egemonizza”, cannibalizzando su di sé l’attenzione salvo poi dire: “Mh, non ho deciso! Sono centrista, ma non sto con nessuno. Non mi piacciono i partiti fatti da una sola persona. La politica italiana dovrebbe superare la separazione orizzontale tra destra e sinistra. Ecc.” La seconda, e più grave, è una diretta conseguenza della prima e si esplicita proprio nell’indecisione, nell’incapacità di scegliere, nel tentativo maldestro di mantenere il piede in due (o più staffe), per paura di perdere laddove una decisione venga effettivamente presa.

Poi si è visto e sentito il Nano. Ma di lui non parlo. Il mago del trasformismo, capace di tutto e del contrario di tutto. #nonlovoto #menevado

Poi c’è stata la grande delusione, almeno per me, di Ichino. Fino a ieri ispiratore di una parte sostanziale del programma di Renzi in seno al PD. Prima dichiara di non partecipare alle primarie data l’incompatibilità con la linea Fassina. E su questo chapeau. Poi, nel giro di un giorno, si dice addirittura pronto a ricandidarsi con una lista pro-Monti. Ora, dico io, possibile che nell’arco di un fine settimana una persona possa volare da un ramo all’altro come fosse una civetta, o peggio un gufo? Continuo a pensare che perdere la proposta di innovazione del mercato del lavoro propria di Ichino sia una grande perdita per il PD, ma se il signor Ichino è cotal personaggio… Beh… Rubiamogli le idee e mandiamolo amabilmente a quel paese.

Poi c’è stato Grillo a Bari. Ho sentito dieci minuti di comizio. Mi sono bastati. Ha detto di non aver mai detto (scusate il giro di parole, ma lo sto praticamente citando!) che dobbiamo abbandonare l’euro. Ha detto che sono stati Stiglitz e Krugman a dirlo e che questi non sono stati considerati terroristi, come invece viene considerato lui, il povero Beppe, che non avrebbe detto niente di così reazionario. Roba da matti! Dove ho vissuto negli ultimi anni? Non era un suo cavallo di battaglia l’uscita dall’euro? Bah?!?

Basta così. Sono avvilito.

Nella vita ciascuno di noi cambia la propria visione politica. Magari non in senso radicale (anche se succede a volte!), ma comunque il tempo, la dinamica sociale ed umana, la famiglia, il lavoro, ecc. portano ciascuno di noi a rivedere in tutto od in parte alcune delle nostre convinzioni. Guardate The Company you keep, se ne avete voglia. Ci sono motivi endogeni, appunto, che riguardano il modo in cui vediamo le cose ed esogeni, che riguardano il modo in cui le cose intorno a noi cambiano, che ci portano per così dire ad aggiustare il tiro, ma possibile che nella nostra politica abbiamo a che fare solo con banderuole che inesorabilmente si muovono al minimo soffio di vento?”

Bentornata!

Mezzuomo: “Bentornata, amica massaia. Di questi tempi, tornare nel nostro paese non è così semplice. Si vedono cose fuori da qui che spesso ci fanno invidiare i nostri vicini, purtroppo.

Lungi da me rinnegare il mio paese o, peggio, denigrarlo, ma è chiaro che da noi ci sono un bel po’ di cose, come dire, da raddrizzare.

In effetti, le peripezie del Nano continuano ad essere il sintomo di un malessere generale. Un malessere generato dal disprezzo nei confronti dell’elettorato, delle persone che silenziosamente mandano avanti questo paese e che meriterebbero ben altri rappresentanti nei delicati ruoli istituzionali. Eppure, come hai visto, non è bastato andare a Bruxelles e cospargersi il capo di cenere… Quel Nano malefico è tornato in patria ed ha riiniziato a comportarsi come un volgare tribuno convinto di poter convincere la plebe e veicolarne il consenso a proprio uso e consumo. Peccato per lui che i tempi siano cambiati e che l’antica Roma sia solo un lontano ricordo.

Detto ciò, comincio ad essere intollerante. Non voglio più parlare di LUI, non si merita attenzione e non ci deve distrarre dal vero obiettivo di queste elezioni, dal votare per avere, domani, un governo politico (eletto!) che sia migliore di quanto non abbiamo visto in questi ultimi anni ed escludendo la parentesi tecnica che da questo lato non può essere giudicata.

Ecco, a proposito di tecnici. Vedrai, Monti non si farà tirare per la giacchetta. Non è un uomo avvezzo al confronto, nel suo modo di agire non prevede di poter essere dalla parte sbagliata e banalmente di poter perdere. Questo credo sia il suo più grosso limite e questo credo sia il motivo per cui lo rivedremo negli scranni che contano, ma non come un qualsiasi politico eletto dal popolo. Vero è d’altra parte che di persone come Monti ce ne sono ben poche e ce ne sarebbe un gran bisogno.

Detto ciò, siamo alle solite. Il tuo amico Baffino, in effetti, ci ha un po’ divertito.

vignetta-staino-dalemaMassimo, parlo con te. Lascia stare, Massimo! Non è questo il modo per vincere. Si vince convincendo la gente del progetto che s’intende attuare, non attaccandosi alle regole e impermalendosi intorno alla figura di Monti che, si sa, avresti una gran voglia di vestire con una tua maglietta, per quanto liberale, liberista e conservatore questi sia. I problemi sono altri. La gente questo lo sente e lo vede nelle proprie tasche e nella vita di tutti i giorni. Fate pure le primarie per i parlamentari, non fissatevi però su numeri e regole, anzi, ripeto visti i tempi, preoccupatevi di approntare e dirci chiaramente quel che volete fare. Non vorrete farci credere che non avete ben chiara la direzione in cui andare, eh? Levatevi di mezzo quei 10 rompipalle che vogliono la deroga e vogliono tornare in tutti i modi in parlamento, fate scegliere a Bersani (che le primarie le ha già vinte!) più del 10% delle liste e poi mettete un punto. Siete arrivati lunghi a causa della prematura fine della legislatura, e di questo non ne siete responsabili, dunque, di primarie vere, parlatene al prossimo giro. Il problema oggi è come volete governare l’Italia, come intendete riportare un po’ di vera equità sociale e come restituire dignità alla gente tramite il lavoro.

Tutto il resto è noia!”

La massaia di ritorno dall’Europa

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Rispettosa massaia della palude: “Sono veramente indignata che si siano dimenticati di portare rispetto ad un loro iscritto (ed ex-premier) oltre che “statista illuminato”. La presenza di Monti poi mi è sembrata poi offensiva nei suoi confronti. Poverino.

Vero è che, dopo le uscite dei giorni precedenti, pensavo lo mettessero contro un muro e che a turno tutti i rappresentanti del PPE presenti operassero qualsivoglia forma di denigrazione verso la sua persona, ma alla fine gli è andata meglio di così… In fondo, galleggia ancora…

Certo, il fallimento del centro destra italiano appare evidente a (quasi) tutti e, se mai ce ne fosse stato bisogno, ora abbiamo pure la certificazione europea di tutto ciò! Spero sia la fine di quell’accozzaglia di partito al cui interno c’erano insieme anime europeiste, leghiste, ecc. e che, per tenerle insieme, si è sempre “traccheggiato scientificamente” in modo da garantire poltrone ed interessi, più o meno leciti, dall’ex-premier in giù.

Il mio auspicio è che con questa mossa del PPE l’adorazione del Silvio si concluda. Si concluda l’esperienza di questa politica la politica autoreferenziale, ripeto, fatta di una campagna elettorale permanente segnata da assenza di contenuti e coerenza. Sarei contento se da qui in avanti si avesse una politica degna di questo nome, a destra al centro e a sinistra, dove si evidenziassero le proprie convinzioni nel rispetto degli altri e con unico scopo finale il bene dell’Italia tutta. Sarebbe la fine del mondo se poi si capisse di dover guardare lontano ed indirizzare oltre la scadenza dei singoli mandati i piani di sviluppo così da rendere partecipe la popolazione. Sarebbe l’inizio di uno nuovo, a mio avviso auspicabile per tutti, scenario politico. In quest’ottica mi sembra che Monti si trovi decisamente nella cerchia degli “innovatori” e quindi la sua presenza mi sembra del tutto positiva in questa fase. 

Se si realizzasse questo cambiamento nella politica forse anche chi pensa che va bene rubare e fare i propri interessi tanto “così fan tutti”, potrebbe cominciare a sentirsi meno a suo agio e meno incentivato a percorrere questa strada. Questa è la forza, secondo me, degli esempi positivi.

A tal proposito, c’è un detto sul quale D’Alema potrebbe riflettere. Il detto recita: “meglio un buon nemico che un cattivo amico”. Parlando di fanta politica: tra un centro sinistra guidato da Vendola e un centro destra guidato da Monti mi troverei oggettivamente sicuramente in ambasce. Mi pare che Baffino pensi più alla campagna elettorale stile vecchio governo (e al suo futuro) che all’Italia e che se fosse stato zitto sarebbe stato meglio per il PD.

Su Monti ha già parlato Napoliano per tempo e sono d’accordo con te che il premier non faccia niente di scorretto né trami losche coalizioni. Con chi poi? La Lega, Silvio, ma via su! Mi sembra ancora fantapolitica! Ergo nella legalità farà quello che riterrà opportuno, e mi sbilancio dicendo che forse quello che farà sarà più nell’interesse dell’Italia di quanto non abbiano fatto tutto il PdL e la Lega in questi anni.

Torno un attimo a Baffino. Se vuole essere utile al partito e alla DEMOCRAZIA si risparmi queste uscite “Silviostyle” e dia mano al partito nelle primarie per il parlamento che non sono banali da realizzare, visti i tempi. L’avete mai visto così accalorato per fare una nuova legge elettorale? Ed una sul conflitto di interessi?

Bei numeri poi quelli che ci hai snocciolato riguardo al debito. Mi piacciono tutti quegli zeri in fila. Io direi che per cominciare dovremmo restare sulla strada intrapresa, riprendiamo anche quelle leggi bloccate dal PdL. Partito di sveglioni quello, che dopo aver appoggiato le tasse, si è accorto che l’Italia stava andando a rotoli. Quando c’è stato da votare le leggi riguardo alle frequenze televisive erano attenti, quando invece ci si preoccupava del taglio delle spese della politica che tutti gli italiani chiedevano, si sono magicamente addormentati.

Gradirei ancora una cosina tra le tante da fare. Il giorno dopo l’insediamento del nuovo governo, voglio una patrimoniale sostanziosa. Voglio che gli introiti vengano reinvestiti il prima possibile (magari con tempi teutonici!) e divisi per settore d’intervento: una metà volti alla riduzione dei debiti dello stato verso le imprese in base al rapporto debito/fatturato e una metà in base agli investimenti fatti dalle aziende in tecnologie atte a migliorare l’efficienza (energetica in primis). E da qui, anno per anno, aggiustare il tiro mantenendo come obiettivi principali l’energia, l’ambiente e l’export”.

Una risposta alla massaia… con una valanga di debito sulla testa

Mezzuomo: “Hai visto, massaia. Il tuo amico B. è andato a Bruxelles e… Non l’hanno fatto neppure parlare, o quasi. Gli hanno dato il benservito, anzi, l’hanno proprio scaricato. Mossa inedita per un partito politico europeo come il PPE, che non è una struttura monolitica e che non aveva mai fatto prima ingerenze tanto forti nella politica del nostro paese.

Tanto più inusuale è poi l’endorsement di Monti, un tecnico, non iscritto al PPE (appoggio peraltro che viene anche da l’Economist, giornale tutt’altro che filo-popolare, e che ieri titolava “Run, Mario run”). Tutto ciò è la dimostrazione, anzi, la certificazione del fallimento del centro-destra italiano.

Ti confido che sono contento, sì, sono proprio contento, per una volta. Monti, da persona scaltra, difficilmente si calerà nell’agone, sapendo di perdere, ma tutto questo turmoil non fa che rimescolare le carte del conservatorismo italiano e, forse, per una volta fa il gioco del nostro paese che a questo punto non potrà che abbandonare il berlusconismo.

Io non lo voterei mai, ma sarei contento di confrontarmi con uno schieramento guidato da una persona tutto sommato corretta come Monti, a differenza di quel che pensa D’Alema.

Tu che ne dici? Sei d’accordo con me?

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Intanto, ieri, l’altro Mario, Draghi, è stato eletto Person of the Year dal FT ed, in effetti, credo che il premio sia strameritato. Piaccia o no, se ancora oggi lo spread è sotto controllo, ma soprattutto esiste ancora un’unione monetaria in barba alle cassandre d’oltreoceano (e non solo!), il merito è di Draghi, non certo dei governanti che, anzi, hanno fatto di tutto per farci rimpiangere i principi di mutualità, solidarietà e coesione europee.

Un altra riflessione… Oggi siamo a 2.000.000.000.000, sì, un due seguito da dodici zeri, duemilamiliardi di euro, il debito pubblico italiano. Trentatremila e passa euro a capoccia, sì, un 33 seguito da cinque zeri. Sarà il caso di rilanciare la crescita, in ottica di spending review, cominciando magari ad alienare un po’ di roba ed abbattere un po’ di questo debito (altrimenti inesigibile, diciamocelo francamente) magari trovando un tesoretto da destinare al rilancio, quello vero?”

Democrazia… nella palude… italica

altanRispettosa massaia della palude: “Il 12 12 12 è cominciato tristemente. Non credo ancora alla svolta, ancora non ci penso però son contento, so cosa regalare a B. Un bel lampeggiante giallo con stroboscopio e bip automatico per la retromarcia (che ultimamente è la manovra che gli viene meglio), mi sa che questa volta sia rimasto un po’ sorpreso dal contropiede di Monti! E domani al PPE icché gli inventerà? Sarà una roba da annali!

Certo, anche Grillo mi sa che l’ha fatta fuori dal vaso e probabilmente l’ha pure pestata. Vediamo domani se ci scivola sopra e dove e come casca.

Bella invece la storia del PD, che mi dici?”

Mezzuomo: “Toh. Che giornata strana questo 12 12 12. Tanto unica nella data quanto negli eventi. Ripercorrerla è roba dura ed in effetti credo che sarebbe uno sterile esercizio di stile, vista la velocità con cui le cose cambiano… E soprattutto data la lunaticità del Nano.

La sintesi più calzante di quanto si è visto oggi si deve a David Parenzo, co-conduttore de La Zanzara su Radio 24, che stasera dopo i numeri del Nano alla presentazione del libro di Vespa ha detto di essersi stupito solo di non aver visto due infermieri in camice bianco andare a prendere il nostro ex-presidente del consiglio per rinchiuderlo in un istituto ex-legge Basaglia. Non credo ci sia bisogno di dire altro. Il Nano ormai si fa male con le sue mani e, obiettivamente, non ha più neppure il controllo di quel che dice.

Più interessante è invece l’incattivirsi di Grillo. Cerchiamo di analizzare la questione da due punti di vista. Il primo, più prettamente di metodo, riguarda la novità delle primarie per la scelta delle liste tramite primarie (“parlamentarie”) on-line ed il secondo, di merito, sulla polemica e contestuale espulsione di alcuni militanti, rei di aver messo in discussione il grillo/casaleggismo. Sul metodo, io apprezzo il nuovo, si sa, per quanto ritenga che quando si corre troppo si rischia di non esser capiti e forse di cadere nell’errore di innamorarsi delle proprie idee e del proprio punto di vista finendo per perdere l’obiettivo vero. E l’obiettivo vero è l’individuazione di candidati puliti e competenti per il Parlamento. Ecco, non credo che 5 minuti di video su Youtube possano essere un buon viatico per trovare pulizia e competenza. Sul merito, Grillo (e Casaleggio) si sono mostrati per quel che sono. Agitatori di folle, cavalieri di sdegno, populismo e malcontento che non tollerano i distinguo ed, in generale, le persone che mettano in discussione il verbo. Signori, avete visto il blog del sig. Grillo? Dov’è la discussione? Non esiste la discussione riguardo alle parole del leader, ci sono migliaia di discussioni e dibattiti tra la gente che commenta, ma le parole di Grillo sono sacre e lui non interviene praticamente mai in risposta a spunti che vengano dal basso. Questa è democrazia? Io ho i miei dubbi e continuo ad averli. Speriamo che la gente, piano piano si accorga che il comico genovese alla fine, pur con tantissime belle idee, vende solo fumo.

Sul PD invece mi riservo di rispondere più corposamente quando gli eventi saranno più chiari. A pelle credo che l’idea sia molto interessante, ma credo anche che non si debba fare “per forza”, visti soprattutto i tempi stretti. Il rischio di una tale corsa è quella di costituire liste da votare che, di fatto, siano ancora espressione del solo apparato di partito. Com’è possibile veicolare gente nuova, nuove voci che possano esprimersi, ma soprattutto farsi conoscere a due mesi dalle elezioni? Ecco, per adesso dico che questa bell’idea sarebbe stata una carta da giocare con più attenzione e riflessione, magari alle prossime elezioni europee, o regionali, che comunque dal 2014 in avanti saremo chiamati ad affrontare.

Mi pare, quindi, che la nostra democrazia oggi più di ieri mostri qualche barlume di ripresa, che non sia morta come sembrava? Chi vivrà, al solito, vedrà. O no?”

Tecnico VS Politico… dalla palude…

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Rispettosa massaia della palude: “Tecnici o politici? Chi sono? Come si riconoscono? Esiste una chiave dicotomica, bianco o nero, e dove posso trovarla?

Da massaia rispettosa, non penso che la politica sia inutile, anzi. La politica è oggettivamente imprescindibile in quanto intrinseca alla gestione di una qualsiasi struttura organizzativa (più o meno complessa), diggiamo, dal fornaio in su. Per quanto riguarda la necessità di politici non posso che ancora essere d’accordo. Ma è la definizione in sé, pura, di homo politicus che crea dubbi e richiede attenta valutazione. Esempio, Monti è un tecnico? Ricoprendo la carica di Presidente del Consiglio ha assolto a cariche politiche, ergo, è anche un politico? O no? Ad oggi mi sembra che nell’accezione di politico rientrino persone che lo sono (in quanto deputati o senatori) e che di questo titolo si fregiano! Ma a ragione o meno? A mio avviso, molti di essi non hanno le competenze linguistiche, logiche e di merito neppure per fare il bidello o la bidella (con tutto il rispetto per il lavoro di bidello e delle persone che svolgono questo lavoro con passione!). Tali persone, ammesso che la mia osservazione sia vera, a cosa servono se non hanno capacità? Potrebbero essere persone che stanno nell’ombra e vengono impiegate, chi sa, per fare numero? Se concordi con me, quanti saranno secondo te, tra Camera e Senato? Poi ci sono quelli che vanno in Parlamento per battere cassa e piazzare amici e conoscenti, poi c’è chi ci va per salvarsi le chiappe… Ecco questi sarebbero politici, o no? Ma uno denunciato per vilipendio della bandiera ci terrà all’Italia? Costui è un politico? Forse non è giusto che lo sia, o no? Se è vero che i tecnici non hanno il polso del paese come invece lo avrebbero i politici, basta che i capi partito si facciano portavoce e “diffondano il verbo”, ma non mi è sembrato che nella vita di questo quasi ex governo non ci siano stati errori e retromarcie (dopo aver tastato il polso del paese…), anzi, mi pare che su questioni contestate gli errori siano stati ammessi e in breve tempo siano state effettuate le dovute modifiche. Penso dunque che negli ultimi 13 mesi i partiti e la politica abbiano segnato più di un punto a loro sfavore. Se i politici conoscevano il volere della gente, forse la gente si è spiegata male, o forse si pensava politicamente giusto arrivare a questo punto. Insomma, viva la politica con la P maiuscola!!!! Ho paura, però, che ormai la nostra debba andare a ripetizione dai tecnici, in primis, per il rispetto delle istituzioni. AAABBBCCC politici cercasi! Gradita fedina penale immacolata!  

P.S. Un appunto ai tecnici. Se servono  e se vengono chiamati a servire lo Stato, dovrebbero ricordarsi di interrompere la propria attività professionale, sai, il conflitto d’interessi… In linea di massima, comunque, se un politico è anche un tecnico non ci sputo sopra. Eviterei magari un politico se è tale per la sua capacità di chiacchierare o per capacità di “scegliersi le giuste frequentazioni” invece che per reali meriti. Certo, tutto ciò è vero, ammesso e non concesso che non sia stato eletto direttamente..”. 

Mezzuomo: “Rieccola la nostra massaia. Quanto dici è per larga parte condivisibile e, come al solito, le tue sono riflessioni profonde sulla filosofia, ma soprattutto la prassi della politica, che in democrazia si declina in rappresentanza da un lato e gestione della cosa pubblica dall’altro.

Vedi, quando dico che la politica dovrebbe riappropriarsi dei suoi compiti e che un governo nazionale dovrebbe essere espressione dei partiti (che si suppone siano voce del sentimento popolare!) lo dico perché credo, come penso anche te, che la sovranità debba essere del popolo. Certo, oggi più di ieri la gestione della res publica si è fatta complessa e “lontana” dalla cittadinanza che, certo, non ha le competenze e (forse) neppure l’interesse per preoccuparsi dei massimi sistemi e di come dovrebbero girare gli ingranaggi dello Stato. D’altronde, è un fatto che la complessità è per sua natura un fatto che dovrebbe essere affrontato con le giuste competenze ed è per questo che i politici, oggi, non campano senza tecnici, e la distanza tra le due figure si fa sempre più labile, al punto che risulta davvero difficile distinguerne i colori e le fattezze. Monti? Un tecnico, ma anche un politico o se preferisci un politico (è pure un senatore a vita!) tecnico, dato il suo CV e le sue competenze. Anche La Russa è un politico tecnico… Ops, mi viene da ridere! Un avvocato sì (che tra l’altro difende quel tal Sallusti…) che fa il politico. Tutto questo per dire che servono entrambi e sì, che probabilmente esiste un problema di conflitto d’interessi (conflitto di funzioni, attribuzioni, cariche, ecc.), cui i prossimi governi dovranno per forza mettere mano.

Alla fine, dunque, è meglio un politico che sia tecnico od un tecnico che si faccia politico? Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Mi paiono domande al limite del paradosso del mentitore, ma se potessi sbilanciarmi, preferirei un tecnico che si fa politico, anche se impegnarsi a rappresentare un popolo non è cosa da poco. Il peso di un incarico può rendere il miglior tecnico il più fallace dei politici, ma in fondo nella vita di ciascuno c’è sempre una certa dose di rischio, o no?”