Cominciamo a riflettere su quanto abbia rappresentato la manifestazione della Leopolda di questo fine settimana per il centro-sinistra di domani, e per l’Italia tutta.
Senza ombra di dubbio Matteo Renzi – dopo questi tre giorni – irrompe fragorosamente nel dibattito politico in seno al PD, ed al centro-sinistra in generale, per quanto ancora questa sera egli stesso, ospite a Che tempo che fa, abbia continuato a giocare a carte coperte negando una sua esplicita candidatura alle primarie di coalizione.
Ragioniamo con ordine. Vorrei dire alcune cose che in questi giorni mi sono frullate nella testa e che meritano, secondo me, una qualche attenzione.
Quel che ormai è evidente è che il sindaco di Firenze è “sceso in campo” (mi perdoni il Nano italico per la citazione). Sia chiaro, non che fino a venerdì fosse in panchina o peggio in tribuna… diciamo piuttosto che, come giocatore, era abulico, non entrava nelle azioni importanti salvo esibirsi in discese in solitaria lungo la fascia che però si esaurivano inesorabilmente attorno alla trequarti di campo avversaria. Da venerdì, o meglio dalla chiusura della Leopolda 2, Matteo Renzi è al centro del gioco. Vediamo se a questo punto sarà in grado di far girare la palla e la partita.
Insomma, tralasciando le metafore calcistiche, ciò che emerge dalla manifestazione della Leopolda è qualcosa che non si vedeva da tempo nella politica italiana: un candidato Premier (caro Matteo, non dire di no…) ed un abbozzo di programma (o meglio un coacervo di idee, che comunque hanno necessità di essere grossate, riviste, corrette e ristrutturate).
Le cose che più mi hanno colpito di questi tre giorni sono stati la partecipazione attiva e la varietà dei contenuti. Il tema comune ad ogni intervento (“Se voi foste il Premier di questo paese, cosa fareste?”) è stato vincente e stimolante, ma attenzione, la troppa partecipazione e i troppi contenuti hanno fortemente rischiato di sfociare nella confusione più totale! Mi riferisco in particolare al fatto che, per quanto il format (che prevedeva interventi di 5 minuti ciascuno) e la scenografia, fossero particolarmente azzeccati, ci sono stati alcuni interventi decisamente retorici e poco pragmatici, alcuni poco significativi, alcuni decisamente fuoriluogo, ed altri effettuati al solo scopo di cercare di ingraziarsi il buon Matteo in ottica elettoralistica. Tutto ciò non ha contribuito ad elevare la manifestazione, anche se – come detto – la maggioranza dei momenti è stata decisamente interessante.
Aspetto a questo punto con ansia di trovare sul Web le ormai famose “100 proposte per l’Italia” che ormai mi incuriosiscono.
Per concludere, usciamo per un attimo fuori dalle mura della Leopolda. Da Firenze, oggi, esce un Matteo Renzi più forte che mai, addirittura rinforzato, io credo, dalle critiche che gli sono piovute addosso da Bersani, De Magistris, ecc… ma che corre un rischio concreto di scottarsi se non prende coscienza di due cose fondamentali. Anzitutto deve trasformare la forza propulsiva potente che viene fuori da questi tre giorni presentando a chi voterà alle primarie un decalogo concreto di proposte che non sia una sterile accozzaglia di idee that we have to (must) do ed, in secondo luogo, deve sciogliere le riserve e, nonostante non ami trattare con le strutture di partito e di coalizione, candidarsi esplicitamente alle primarie. I cittadini vogliono sempre una figura di riferimento, checché se ne dica.
Infine un giudizio personale. Oggi Matteo Renzi ed il Big Bang rappresentano qualcosa di davvero nuovo nel quadro politico italiano. Un boccone non esattamente digerito nel ventre del PD ed equidistante dal centro-destra e da Grillo; comunque sia una parte importante per la crescita futura del quadro politico italiano.
Vi chiederete se Renzi sarà il mio candidato come prossimo Premier… Beh, non lo so, per adesso gli devo riconoscere di aver acceso la miccia di un dibattito che fino a ieri mi faceva solo sbadigliare.
Let’s keep in touch e vediamo che succede. Il futuro politico italiano si fa più interessante.