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Le piaghe della Sicilia

Mi è capitato di risentire in streaming la conferenza stampa di Lombardo di qualche giorno fa. Quella in cui difende a spada tratta il suo operato contro tutti quelli che parlano della Sicilia come di una regione sull’orlo del default e mi è venuta in mente questa scena…

Non me ne vogliano i miei amici siciliani…

Meglio andare a letto…

Buonanotte.

La sagra degli Impresentabili 3

Nel giorno in cui il Mercato pare darci un minimo di fiato, ecco comparire lui…

Lamberto Dini. Direttamente ripescato dall’oltretomba…

Ma che dico? E’ ancora vivo e vegeto, gli paghiamo la pensione…

(Guardate dal minuto 2 o giù di lì…)

Ancora una volta siamo di fronte alla dimostrazione che la legge dell’entropia non si applica solo a sistemi fisici, e che il caos è quanto di più assimilabile alla politica italiana.

Di fronte ad un candidato che per poche ore era diventato forte, di spessore e – almeno sulla carta – condiviso da una buona fetta dei nostri parlamentari, riecco spuntare la Prima Repubblica… se mai se n’era andata! Ancora una volta gretti interessi di poltrona, di privilegio, di partito, ecc… mettono a rischio il culo (scusate la finezza!) di tutti noi. Già, come sono ingenuo, ancora nutro un po’ di fiducia nelle istituzioni. Che bischero che sono!

Presidente Napolitano, pensaci tu. Non farti imbambolare, per favore! Lunedì arriva presto… E se non avremo il governo che il mondo si aspetta… Va bè, facciamo gli scongiuri.

Il Big Bang secondo Matteo 2

Cominciamo a riflettere su quanto abbia rappresentato la manifestazione della Leopolda di questo fine settimana per il centro-sinistra di domani, e per l’Italia tutta.

Senza ombra di dubbio Matteo Renzi – dopo questi tre giorni – irrompe fragorosamente nel dibattito politico in seno al PD, ed al centro-sinistra in generale, per quanto ancora questa sera egli stesso, ospite a Che tempo che fa, abbia continuato a giocare a carte coperte negando una sua esplicita candidatura alle primarie di coalizione.

Ragioniamo con ordine. Vorrei dire alcune cose che in questi giorni mi sono frullate nella testa e che meritano, secondo me, una qualche attenzione.

Quel che ormai è evidente è che il sindaco di Firenze è “sceso in campo” (mi perdoni il Nano italico per la citazione). Sia chiaro, non che fino a venerdì fosse in panchina o peggio in tribuna… diciamo piuttosto che, come giocatore, era abulico, non entrava nelle azioni importanti salvo esibirsi in discese in solitaria lungo la fascia che però si esaurivano inesorabilmente attorno alla trequarti di campo avversaria. Da venerdì, o meglio dalla chiusura della Leopolda 2, Matteo Renzi è al centro del gioco. Vediamo se a questo punto sarà in grado di far girare la palla e la partita.

Insomma, tralasciando le metafore calcistiche, ciò che emerge dalla manifestazione della Leopolda è qualcosa che non si vedeva da tempo nella politica italiana: un candidato Premier (caro Matteo, non dire di no…) ed un abbozzo di programma (o meglio un coacervo di idee, che comunque hanno necessità di essere grossate, riviste, corrette e ristrutturate).

Le cose che più mi hanno colpito di questi tre giorni sono stati la partecipazione attiva e la varietà dei contenuti. Il tema comune ad ogni intervento (“Se voi foste il Premier di questo paese, cosa fareste?”) è stato vincente e stimolante, ma attenzione, la troppa partecipazione e i troppi contenuti hanno fortemente rischiato di sfociare nella confusione più totale! Mi riferisco in particolare al fatto che, per quanto il format (che prevedeva interventi di 5 minuti ciascuno) e la scenografia, fossero particolarmente azzeccati, ci sono stati alcuni interventi decisamente retorici e poco pragmatici, alcuni poco significativi, alcuni decisamente fuoriluogo, ed altri effettuati al solo scopo di cercare di ingraziarsi il buon Matteo in ottica elettoralistica. Tutto ciò non ha contribuito ad elevare la manifestazione, anche se – come detto – la maggioranza dei momenti è stata decisamente interessante.

Aspetto a questo punto con ansia di trovare sul Web le ormai famose “100 proposte per l’Italia” che ormai mi incuriosiscono.

Per concludere, usciamo per un attimo fuori dalle mura della Leopolda. Da Firenze, oggi, esce un Matteo Renzi più forte che mai, addirittura rinforzato, io credo, dalle critiche che gli sono piovute addosso da Bersani, De Magistris, ecc… ma che corre un rischio concreto di scottarsi se non prende coscienza di due cose fondamentali. Anzitutto deve trasformare la forza propulsiva potente che viene fuori da questi tre giorni presentando a chi voterà alle primarie un decalogo concreto di proposte che non sia una sterile accozzaglia di idee that we have to (must) do ed, in secondo luogo, deve sciogliere le riserve e, nonostante non ami trattare con le strutture di partito e di coalizione, candidarsi esplicitamente alle primarie. I cittadini vogliono sempre una figura di riferimento, checché se ne dica.

Infine un giudizio personale. Oggi Matteo Renzi ed il Big Bang rappresentano qualcosa di davvero nuovo nel quadro politico italiano. Un boccone non esattamente digerito nel ventre del PD ed equidistante dal centro-destra e da Grillo; comunque sia una parte importante per la crescita futura del quadro politico italiano.

Vi chiederete se Renzi sarà il mio candidato come prossimo Premier… Beh, non lo so, per adesso gli devo riconoscere di aver acceso la miccia di un dibattito che fino a ieri mi faceva solo sbadigliare.

Let’s keep in touch e vediamo che succede. Il futuro politico italiano si fa più interessante.

Il Big Bang secondo Matteo

Ieri ho seguito in streaming la prima giornata di lavori della manifestazione di Renzi alla Leopolda (per chi non fosse di Firenze, è una ex-stazione ferroviaria diventata centro congressi & co.).

Aspetto la chiusura dei lavori per esprimere un giudizio, per quanto ieri ci siano senza dubbio stati interventi interessanti.

Al di là della retorica e dell’idealismo spinto, mi è piaciuto l’intervento di chiusura di Baricco. Eccolo:

Siamo dannatamente fottuti?

http://www.youtube.com/watch?v=tTi1l6gdoQ0

Nel corso di questi ultimi mesi ho avuto modo di leggere, e soprattutto di parlare della situazione economica della nostra Italia e più in generale dell’economia occidentale con amici, colleghi… e con la mia coscienza.

Un uomo, qualche settimana fa, mi ha messo una pulce in un orecchio. La discussione nasceva attorno alla proposta del nostro governetto di inserire il pareggio di bilancio nella nostra bella Costituzione (a tal proposito si vedano anche i post precedenti). In particolare una frase del mio interlocutore mi ha scosso; questi mi ha chiesto: “Ma sei sicuro che il debito sia un male per definizione?”

Da quel momento in avanti, si è fatta largo in me la convinzione che il punto di vista ormai preponderante nei nostri governanti europei, secondo cui l’austerity è un must sempre e comunque, aveva in sé qualcosa di profondamente fuorviante. Sono arrivato alla conclusione che il momento economico che stiamo vivendo sia veramente eccezionale e che, data l’eccezionalità, le misure, le contromosse da mettere in campo dovessero essere parimenti eccezionali.

Oggi, sul Web (strumento questo sì davvero eccezionale), ho avuto la fortuna di imbattermi in questo articolo: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2011/08/si-chiama-christina-romer-e-una.html e non nego di esserne rimasto piacevolmente folgorato.

Consiglio a tutti di leggerlo, con la dovuta attenzione.

Come ho già iniziato a fare in precedenti post, voglio dire ad alta voce che forse esiste una strada alternativa per uscire dal pantano in cui stiamo rischiando di affogare. Ascoltiamo quanti come Christina Romer hanno il coraggio di dire e di agire oculatamente e secondo le evidenze empiriche (lei dice addirittura scientifiche) della (scienza) economica. E agire qui non significa spaccare il capello in quattro per capire se tagliare 20 o 30 o tutte le province d’Italia. Agire significa mettere in campo strumenti, stimoli REALI che consentano a chi investe di essere incentivato a farlo, a chi lavora di farlo con profitto e con un reale ritorno di portafoglio e a chi ci governa di farlo perseguendo il vero interesse della Cosa Pubblica. Agire significa avere coraggio e non arrendersi allo status quo perché, come dice la Romer, il quadro di lungo periodo è decisamente lugubre.

Io non mi rassegno al silenzio, dovreste farlo anche voi. Mettiamoci la faccia (vade retro Brunetta), in fondo non abbiamo altro che da perdere da un’Italia governata in modo infame, da un’Europa ottusa e da un’America in bilico tra pressioni oscurantiste e la paura strisciante di non essere più il paese al centro del mondo.