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Il solito, becero… italico… trasformismo

DROME19_Supernatural_DanPerjovschi_2Mezzuomo: “Giornata impegnativa oggi, eh?

Monti, il Nano, Bersani, Fini, Montezemolo, Vendola e pure Grillo… Tutti hanno parlato. Tutti o quasi, però, a sproposito.

Non farò la cronostoria di quel che è stato. Non serve. La rete ne è piena. Tutti ne parlano, tutti danno una propria lettura e questo non è un male perché la discussione riaccende l’interesse per la politica. Credo sia però necessaria una triste riflessione. L’Italia con oggi si conferma la patria del trasformismo. Non che ce ne fosse bisogno, per carità, ma le dichiarazioni di oggi sono un susseguirsi di sproloqui da parte di persone, che, prima di essere politici, sono banderuole.

Dico questo con il solito amaro in bocca. Sono dispiaciuto che, di volta in volta, le mie aspettative vengano puntualmente tradite.

Cominciamo con Monti. Il discorso di oggi è stato importante ed interessante, non lo nego. Di dieci, cento, mille Monti avremmo bisogno in questo paese. Si è rivelato essere un politico molto più innovativo di forse tutti i politici italiani. Si possono condividere o meno molti aspetti della sua “agenda”, ma è un fatto che in pochi abbiano capito bene come lui cosa significhi far politica in Italia, in Europa e nel mondo, oggi. Due cose però stonano. La prima è certamente l’atteggiamento da dominus. Sa di avere in pugno la politica italiana e la “egemonizza”, cannibalizzando su di sé l’attenzione salvo poi dire: “Mh, non ho deciso! Sono centrista, ma non sto con nessuno. Non mi piacciono i partiti fatti da una sola persona. La politica italiana dovrebbe superare la separazione orizzontale tra destra e sinistra. Ecc.” La seconda, e più grave, è una diretta conseguenza della prima e si esplicita proprio nell’indecisione, nell’incapacità di scegliere, nel tentativo maldestro di mantenere il piede in due (o più staffe), per paura di perdere laddove una decisione venga effettivamente presa.

Poi si è visto e sentito il Nano. Ma di lui non parlo. Il mago del trasformismo, capace di tutto e del contrario di tutto. #nonlovoto #menevado

Poi c’è stata la grande delusione, almeno per me, di Ichino. Fino a ieri ispiratore di una parte sostanziale del programma di Renzi in seno al PD. Prima dichiara di non partecipare alle primarie data l’incompatibilità con la linea Fassina. E su questo chapeau. Poi, nel giro di un giorno, si dice addirittura pronto a ricandidarsi con una lista pro-Monti. Ora, dico io, possibile che nell’arco di un fine settimana una persona possa volare da un ramo all’altro come fosse una civetta, o peggio un gufo? Continuo a pensare che perdere la proposta di innovazione del mercato del lavoro propria di Ichino sia una grande perdita per il PD, ma se il signor Ichino è cotal personaggio… Beh… Rubiamogli le idee e mandiamolo amabilmente a quel paese.

Poi c’è stato Grillo a Bari. Ho sentito dieci minuti di comizio. Mi sono bastati. Ha detto di non aver mai detto (scusate il giro di parole, ma lo sto praticamente citando!) che dobbiamo abbandonare l’euro. Ha detto che sono stati Stiglitz e Krugman a dirlo e che questi non sono stati considerati terroristi, come invece viene considerato lui, il povero Beppe, che non avrebbe detto niente di così reazionario. Roba da matti! Dove ho vissuto negli ultimi anni? Non era un suo cavallo di battaglia l’uscita dall’euro? Bah?!?

Basta così. Sono avvilito.

Nella vita ciascuno di noi cambia la propria visione politica. Magari non in senso radicale (anche se succede a volte!), ma comunque il tempo, la dinamica sociale ed umana, la famiglia, il lavoro, ecc. portano ciascuno di noi a rivedere in tutto od in parte alcune delle nostre convinzioni. Guardate The Company you keep, se ne avete voglia. Ci sono motivi endogeni, appunto, che riguardano il modo in cui vediamo le cose ed esogeni, che riguardano il modo in cui le cose intorno a noi cambiano, che ci portano per così dire ad aggiustare il tiro, ma possibile che nella nostra politica abbiamo a che fare solo con banderuole che inesorabilmente si muovono al minimo soffio di vento?”

Bentornata!

Mezzuomo: “Bentornata, amica massaia. Di questi tempi, tornare nel nostro paese non è così semplice. Si vedono cose fuori da qui che spesso ci fanno invidiare i nostri vicini, purtroppo.

Lungi da me rinnegare il mio paese o, peggio, denigrarlo, ma è chiaro che da noi ci sono un bel po’ di cose, come dire, da raddrizzare.

In effetti, le peripezie del Nano continuano ad essere il sintomo di un malessere generale. Un malessere generato dal disprezzo nei confronti dell’elettorato, delle persone che silenziosamente mandano avanti questo paese e che meriterebbero ben altri rappresentanti nei delicati ruoli istituzionali. Eppure, come hai visto, non è bastato andare a Bruxelles e cospargersi il capo di cenere… Quel Nano malefico è tornato in patria ed ha riiniziato a comportarsi come un volgare tribuno convinto di poter convincere la plebe e veicolarne il consenso a proprio uso e consumo. Peccato per lui che i tempi siano cambiati e che l’antica Roma sia solo un lontano ricordo.

Detto ciò, comincio ad essere intollerante. Non voglio più parlare di LUI, non si merita attenzione e non ci deve distrarre dal vero obiettivo di queste elezioni, dal votare per avere, domani, un governo politico (eletto!) che sia migliore di quanto non abbiamo visto in questi ultimi anni ed escludendo la parentesi tecnica che da questo lato non può essere giudicata.

Ecco, a proposito di tecnici. Vedrai, Monti non si farà tirare per la giacchetta. Non è un uomo avvezzo al confronto, nel suo modo di agire non prevede di poter essere dalla parte sbagliata e banalmente di poter perdere. Questo credo sia il suo più grosso limite e questo credo sia il motivo per cui lo rivedremo negli scranni che contano, ma non come un qualsiasi politico eletto dal popolo. Vero è d’altra parte che di persone come Monti ce ne sono ben poche e ce ne sarebbe un gran bisogno.

Detto ciò, siamo alle solite. Il tuo amico Baffino, in effetti, ci ha un po’ divertito.

vignetta-staino-dalemaMassimo, parlo con te. Lascia stare, Massimo! Non è questo il modo per vincere. Si vince convincendo la gente del progetto che s’intende attuare, non attaccandosi alle regole e impermalendosi intorno alla figura di Monti che, si sa, avresti una gran voglia di vestire con una tua maglietta, per quanto liberale, liberista e conservatore questi sia. I problemi sono altri. La gente questo lo sente e lo vede nelle proprie tasche e nella vita di tutti i giorni. Fate pure le primarie per i parlamentari, non fissatevi però su numeri e regole, anzi, ripeto visti i tempi, preoccupatevi di approntare e dirci chiaramente quel che volete fare. Non vorrete farci credere che non avete ben chiara la direzione in cui andare, eh? Levatevi di mezzo quei 10 rompipalle che vogliono la deroga e vogliono tornare in tutti i modi in parlamento, fate scegliere a Bersani (che le primarie le ha già vinte!) più del 10% delle liste e poi mettete un punto. Siete arrivati lunghi a causa della prematura fine della legislatura, e di questo non ne siete responsabili, dunque, di primarie vere, parlatene al prossimo giro. Il problema oggi è come volete governare l’Italia, come intendete riportare un po’ di vera equità sociale e come restituire dignità alla gente tramite il lavoro.

Tutto il resto è noia!”

La massaia di ritorno dall’Europa

Unknown

Rispettosa massaia della palude: “Sono veramente indignata che si siano dimenticati di portare rispetto ad un loro iscritto (ed ex-premier) oltre che “statista illuminato”. La presenza di Monti poi mi è sembrata poi offensiva nei suoi confronti. Poverino.

Vero è che, dopo le uscite dei giorni precedenti, pensavo lo mettessero contro un muro e che a turno tutti i rappresentanti del PPE presenti operassero qualsivoglia forma di denigrazione verso la sua persona, ma alla fine gli è andata meglio di così… In fondo, galleggia ancora…

Certo, il fallimento del centro destra italiano appare evidente a (quasi) tutti e, se mai ce ne fosse stato bisogno, ora abbiamo pure la certificazione europea di tutto ciò! Spero sia la fine di quell’accozzaglia di partito al cui interno c’erano insieme anime europeiste, leghiste, ecc. e che, per tenerle insieme, si è sempre “traccheggiato scientificamente” in modo da garantire poltrone ed interessi, più o meno leciti, dall’ex-premier in giù.

Il mio auspicio è che con questa mossa del PPE l’adorazione del Silvio si concluda. Si concluda l’esperienza di questa politica la politica autoreferenziale, ripeto, fatta di una campagna elettorale permanente segnata da assenza di contenuti e coerenza. Sarei contento se da qui in avanti si avesse una politica degna di questo nome, a destra al centro e a sinistra, dove si evidenziassero le proprie convinzioni nel rispetto degli altri e con unico scopo finale il bene dell’Italia tutta. Sarebbe la fine del mondo se poi si capisse di dover guardare lontano ed indirizzare oltre la scadenza dei singoli mandati i piani di sviluppo così da rendere partecipe la popolazione. Sarebbe l’inizio di uno nuovo, a mio avviso auspicabile per tutti, scenario politico. In quest’ottica mi sembra che Monti si trovi decisamente nella cerchia degli “innovatori” e quindi la sua presenza mi sembra del tutto positiva in questa fase. 

Se si realizzasse questo cambiamento nella politica forse anche chi pensa che va bene rubare e fare i propri interessi tanto “così fan tutti”, potrebbe cominciare a sentirsi meno a suo agio e meno incentivato a percorrere questa strada. Questa è la forza, secondo me, degli esempi positivi.

A tal proposito, c’è un detto sul quale D’Alema potrebbe riflettere. Il detto recita: “meglio un buon nemico che un cattivo amico”. Parlando di fanta politica: tra un centro sinistra guidato da Vendola e un centro destra guidato da Monti mi troverei oggettivamente sicuramente in ambasce. Mi pare che Baffino pensi più alla campagna elettorale stile vecchio governo (e al suo futuro) che all’Italia e che se fosse stato zitto sarebbe stato meglio per il PD.

Su Monti ha già parlato Napoliano per tempo e sono d’accordo con te che il premier non faccia niente di scorretto né trami losche coalizioni. Con chi poi? La Lega, Silvio, ma via su! Mi sembra ancora fantapolitica! Ergo nella legalità farà quello che riterrà opportuno, e mi sbilancio dicendo che forse quello che farà sarà più nell’interesse dell’Italia di quanto non abbiano fatto tutto il PdL e la Lega in questi anni.

Torno un attimo a Baffino. Se vuole essere utile al partito e alla DEMOCRAZIA si risparmi queste uscite “Silviostyle” e dia mano al partito nelle primarie per il parlamento che non sono banali da realizzare, visti i tempi. L’avete mai visto così accalorato per fare una nuova legge elettorale? Ed una sul conflitto di interessi?

Bei numeri poi quelli che ci hai snocciolato riguardo al debito. Mi piacciono tutti quegli zeri in fila. Io direi che per cominciare dovremmo restare sulla strada intrapresa, riprendiamo anche quelle leggi bloccate dal PdL. Partito di sveglioni quello, che dopo aver appoggiato le tasse, si è accorto che l’Italia stava andando a rotoli. Quando c’è stato da votare le leggi riguardo alle frequenze televisive erano attenti, quando invece ci si preoccupava del taglio delle spese della politica che tutti gli italiani chiedevano, si sono magicamente addormentati.

Gradirei ancora una cosina tra le tante da fare. Il giorno dopo l’insediamento del nuovo governo, voglio una patrimoniale sostanziosa. Voglio che gli introiti vengano reinvestiti il prima possibile (magari con tempi teutonici!) e divisi per settore d’intervento: una metà volti alla riduzione dei debiti dello stato verso le imprese in base al rapporto debito/fatturato e una metà in base agli investimenti fatti dalle aziende in tecnologie atte a migliorare l’efficienza (energetica in primis). E da qui, anno per anno, aggiustare il tiro mantenendo come obiettivi principali l’energia, l’ambiente e l’export”.

Una risposta alla massaia… con una valanga di debito sulla testa

Mezzuomo: “Hai visto, massaia. Il tuo amico B. è andato a Bruxelles e… Non l’hanno fatto neppure parlare, o quasi. Gli hanno dato il benservito, anzi, l’hanno proprio scaricato. Mossa inedita per un partito politico europeo come il PPE, che non è una struttura monolitica e che non aveva mai fatto prima ingerenze tanto forti nella politica del nostro paese.

Tanto più inusuale è poi l’endorsement di Monti, un tecnico, non iscritto al PPE (appoggio peraltro che viene anche da l’Economist, giornale tutt’altro che filo-popolare, e che ieri titolava “Run, Mario run”). Tutto ciò è la dimostrazione, anzi, la certificazione del fallimento del centro-destra italiano.

Ti confido che sono contento, sì, sono proprio contento, per una volta. Monti, da persona scaltra, difficilmente si calerà nell’agone, sapendo di perdere, ma tutto questo turmoil non fa che rimescolare le carte del conservatorismo italiano e, forse, per una volta fa il gioco del nostro paese che a questo punto non potrà che abbandonare il berlusconismo.

Io non lo voterei mai, ma sarei contento di confrontarmi con uno schieramento guidato da una persona tutto sommato corretta come Monti, a differenza di quel che pensa D’Alema.

Tu che ne dici? Sei d’accordo con me?

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Intanto, ieri, l’altro Mario, Draghi, è stato eletto Person of the Year dal FT ed, in effetti, credo che il premio sia strameritato. Piaccia o no, se ancora oggi lo spread è sotto controllo, ma soprattutto esiste ancora un’unione monetaria in barba alle cassandre d’oltreoceano (e non solo!), il merito è di Draghi, non certo dei governanti che, anzi, hanno fatto di tutto per farci rimpiangere i principi di mutualità, solidarietà e coesione europee.

Un altra riflessione… Oggi siamo a 2.000.000.000.000, sì, un due seguito da dodici zeri, duemilamiliardi di euro, il debito pubblico italiano. Trentatremila e passa euro a capoccia, sì, un 33 seguito da cinque zeri. Sarà il caso di rilanciare la crescita, in ottica di spending review, cominciando magari ad alienare un po’ di roba ed abbattere un po’ di questo debito (altrimenti inesigibile, diciamocelo francamente) magari trovando un tesoretto da destinare al rilancio, quello vero?”

Democrazia… nella palude… italica

altanRispettosa massaia della palude: “Il 12 12 12 è cominciato tristemente. Non credo ancora alla svolta, ancora non ci penso però son contento, so cosa regalare a B. Un bel lampeggiante giallo con stroboscopio e bip automatico per la retromarcia (che ultimamente è la manovra che gli viene meglio), mi sa che questa volta sia rimasto un po’ sorpreso dal contropiede di Monti! E domani al PPE icché gli inventerà? Sarà una roba da annali!

Certo, anche Grillo mi sa che l’ha fatta fuori dal vaso e probabilmente l’ha pure pestata. Vediamo domani se ci scivola sopra e dove e come casca.

Bella invece la storia del PD, che mi dici?”

Mezzuomo: “Toh. Che giornata strana questo 12 12 12. Tanto unica nella data quanto negli eventi. Ripercorrerla è roba dura ed in effetti credo che sarebbe uno sterile esercizio di stile, vista la velocità con cui le cose cambiano… E soprattutto data la lunaticità del Nano.

La sintesi più calzante di quanto si è visto oggi si deve a David Parenzo, co-conduttore de La Zanzara su Radio 24, che stasera dopo i numeri del Nano alla presentazione del libro di Vespa ha detto di essersi stupito solo di non aver visto due infermieri in camice bianco andare a prendere il nostro ex-presidente del consiglio per rinchiuderlo in un istituto ex-legge Basaglia. Non credo ci sia bisogno di dire altro. Il Nano ormai si fa male con le sue mani e, obiettivamente, non ha più neppure il controllo di quel che dice.

Più interessante è invece l’incattivirsi di Grillo. Cerchiamo di analizzare la questione da due punti di vista. Il primo, più prettamente di metodo, riguarda la novità delle primarie per la scelta delle liste tramite primarie (“parlamentarie”) on-line ed il secondo, di merito, sulla polemica e contestuale espulsione di alcuni militanti, rei di aver messo in discussione il grillo/casaleggismo. Sul metodo, io apprezzo il nuovo, si sa, per quanto ritenga che quando si corre troppo si rischia di non esser capiti e forse di cadere nell’errore di innamorarsi delle proprie idee e del proprio punto di vista finendo per perdere l’obiettivo vero. E l’obiettivo vero è l’individuazione di candidati puliti e competenti per il Parlamento. Ecco, non credo che 5 minuti di video su Youtube possano essere un buon viatico per trovare pulizia e competenza. Sul merito, Grillo (e Casaleggio) si sono mostrati per quel che sono. Agitatori di folle, cavalieri di sdegno, populismo e malcontento che non tollerano i distinguo ed, in generale, le persone che mettano in discussione il verbo. Signori, avete visto il blog del sig. Grillo? Dov’è la discussione? Non esiste la discussione riguardo alle parole del leader, ci sono migliaia di discussioni e dibattiti tra la gente che commenta, ma le parole di Grillo sono sacre e lui non interviene praticamente mai in risposta a spunti che vengano dal basso. Questa è democrazia? Io ho i miei dubbi e continuo ad averli. Speriamo che la gente, piano piano si accorga che il comico genovese alla fine, pur con tantissime belle idee, vende solo fumo.

Sul PD invece mi riservo di rispondere più corposamente quando gli eventi saranno più chiari. A pelle credo che l’idea sia molto interessante, ma credo anche che non si debba fare “per forza”, visti soprattutto i tempi stretti. Il rischio di una tale corsa è quella di costituire liste da votare che, di fatto, siano ancora espressione del solo apparato di partito. Com’è possibile veicolare gente nuova, nuove voci che possano esprimersi, ma soprattutto farsi conoscere a due mesi dalle elezioni? Ecco, per adesso dico che questa bell’idea sarebbe stata una carta da giocare con più attenzione e riflessione, magari alle prossime elezioni europee, o regionali, che comunque dal 2014 in avanti saremo chiamati ad affrontare.

Mi pare, quindi, che la nostra democrazia oggi più di ieri mostri qualche barlume di ripresa, che non sia morta come sembrava? Chi vivrà, al solito, vedrà. O no?”

Tecnico VS Politico… dalla palude…

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Rispettosa massaia della palude: “Tecnici o politici? Chi sono? Come si riconoscono? Esiste una chiave dicotomica, bianco o nero, e dove posso trovarla?

Da massaia rispettosa, non penso che la politica sia inutile, anzi. La politica è oggettivamente imprescindibile in quanto intrinseca alla gestione di una qualsiasi struttura organizzativa (più o meno complessa), diggiamo, dal fornaio in su. Per quanto riguarda la necessità di politici non posso che ancora essere d’accordo. Ma è la definizione in sé, pura, di homo politicus che crea dubbi e richiede attenta valutazione. Esempio, Monti è un tecnico? Ricoprendo la carica di Presidente del Consiglio ha assolto a cariche politiche, ergo, è anche un politico? O no? Ad oggi mi sembra che nell’accezione di politico rientrino persone che lo sono (in quanto deputati o senatori) e che di questo titolo si fregiano! Ma a ragione o meno? A mio avviso, molti di essi non hanno le competenze linguistiche, logiche e di merito neppure per fare il bidello o la bidella (con tutto il rispetto per il lavoro di bidello e delle persone che svolgono questo lavoro con passione!). Tali persone, ammesso che la mia osservazione sia vera, a cosa servono se non hanno capacità? Potrebbero essere persone che stanno nell’ombra e vengono impiegate, chi sa, per fare numero? Se concordi con me, quanti saranno secondo te, tra Camera e Senato? Poi ci sono quelli che vanno in Parlamento per battere cassa e piazzare amici e conoscenti, poi c’è chi ci va per salvarsi le chiappe… Ecco questi sarebbero politici, o no? Ma uno denunciato per vilipendio della bandiera ci terrà all’Italia? Costui è un politico? Forse non è giusto che lo sia, o no? Se è vero che i tecnici non hanno il polso del paese come invece lo avrebbero i politici, basta che i capi partito si facciano portavoce e “diffondano il verbo”, ma non mi è sembrato che nella vita di questo quasi ex governo non ci siano stati errori e retromarcie (dopo aver tastato il polso del paese…), anzi, mi pare che su questioni contestate gli errori siano stati ammessi e in breve tempo siano state effettuate le dovute modifiche. Penso dunque che negli ultimi 13 mesi i partiti e la politica abbiano segnato più di un punto a loro sfavore. Se i politici conoscevano il volere della gente, forse la gente si è spiegata male, o forse si pensava politicamente giusto arrivare a questo punto. Insomma, viva la politica con la P maiuscola!!!! Ho paura, però, che ormai la nostra debba andare a ripetizione dai tecnici, in primis, per il rispetto delle istituzioni. AAABBBCCC politici cercasi! Gradita fedina penale immacolata!  

P.S. Un appunto ai tecnici. Se servono  e se vengono chiamati a servire lo Stato, dovrebbero ricordarsi di interrompere la propria attività professionale, sai, il conflitto d’interessi… In linea di massima, comunque, se un politico è anche un tecnico non ci sputo sopra. Eviterei magari un politico se è tale per la sua capacità di chiacchierare o per capacità di “scegliersi le giuste frequentazioni” invece che per reali meriti. Certo, tutto ciò è vero, ammesso e non concesso che non sia stato eletto direttamente..”. 

Mezzuomo: “Rieccola la nostra massaia. Quanto dici è per larga parte condivisibile e, come al solito, le tue sono riflessioni profonde sulla filosofia, ma soprattutto la prassi della politica, che in democrazia si declina in rappresentanza da un lato e gestione della cosa pubblica dall’altro.

Vedi, quando dico che la politica dovrebbe riappropriarsi dei suoi compiti e che un governo nazionale dovrebbe essere espressione dei partiti (che si suppone siano voce del sentimento popolare!) lo dico perché credo, come penso anche te, che la sovranità debba essere del popolo. Certo, oggi più di ieri la gestione della res publica si è fatta complessa e “lontana” dalla cittadinanza che, certo, non ha le competenze e (forse) neppure l’interesse per preoccuparsi dei massimi sistemi e di come dovrebbero girare gli ingranaggi dello Stato. D’altronde, è un fatto che la complessità è per sua natura un fatto che dovrebbe essere affrontato con le giuste competenze ed è per questo che i politici, oggi, non campano senza tecnici, e la distanza tra le due figure si fa sempre più labile, al punto che risulta davvero difficile distinguerne i colori e le fattezze. Monti? Un tecnico, ma anche un politico o se preferisci un politico (è pure un senatore a vita!) tecnico, dato il suo CV e le sue competenze. Anche La Russa è un politico tecnico… Ops, mi viene da ridere! Un avvocato sì (che tra l’altro difende quel tal Sallusti…) che fa il politico. Tutto questo per dire che servono entrambi e sì, che probabilmente esiste un problema di conflitto d’interessi (conflitto di funzioni, attribuzioni, cariche, ecc.), cui i prossimi governi dovranno per forza mettere mano.

Alla fine, dunque, è meglio un politico che sia tecnico od un tecnico che si faccia politico? Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Mi paiono domande al limite del paradosso del mentitore, ma se potessi sbilanciarmi, preferirei un tecnico che si fa politico, anche se impegnarsi a rappresentare un popolo non è cosa da poco. Il peso di un incarico può rendere il miglior tecnico il più fallace dei politici, ma in fondo nella vita di ciascuno c’è sempre una certa dose di rischio, o no?”

Voci dalla palude

PaludeRispettosa massaia della palude: “Da massaia vorrei capire se il piede me lo schiaccerà una bicicletta o un autoarticolato. Pur nell’ignoranza di molte questioni, vorrei avvicinarmi alla realtà delle cose ed alla responsabilità delle azioni. Il “cabarettista mancato della Concordia” (alias Silvio B.) il giorno 4 dicembre si è svegliato e ha detto: “L’Italia ha bisogno di me, che riempio i ristoranti”. Vorrei capire se fosse possibile stimare con un certo grado di oggettività quanto ci è costata l’uscita di quello di cui sopra, dell'”autore di Apicella”, del “costruttore di mausolei”. Questo chiedo.

Sul lato squisitamente politico, la cosa che mi fa rabbrividire è il giochetto che si reitera da troppi anni fatto di campagna elettorale permanente, di caccia agli scranni e di modifiche più o meno sistematiche di leggi per l’interesse di sparuti gruppi di persone e la sopravvivenza di imperi di privilegio coperti da nebbie fitte (e se fitte non sono, si abbuia tutto e si nega l’evidenza). Tutto questo fa PAURA. L’altra sera ho visto Ignazio a 8 e 1/2 che con tono di pomposo disprezzo asseriva come dei tecnici non possano fare cose che spettano solo ai politici perché: “Politici non ci si improvvisa”, eppure ce ne sarebbero di politici da eliminare (Scilipoti? ora pure Flavia Vento?)… Sono una tecnica, ed ignorante, ma mi piacerebbe sapere quali siano le capacità che dovrebbero avere questi politici e che non potrebbero avere i tecnici, cheneso, una Cancellieri o un Passera. In qualsiasi partito questi fossero, credo sarebbero da preferire a qualsiasi dei nostri politici. In fondo il gradimento di cui gode ancora Monti dopo i salassi e le bastonate che ci ha dato, ritengo che sia significativo.

Sarebbe l’ora che qualche politico si svegliasse perché novelle l’Italia forse non ne vuole più sentire. Nonostante il bombardamento mediatico degli ultimi anni, un po’ di cultura nel nostro paese è rimasta. Prendiamo una barca ed il suo comandante. Il comandante di una barca che sta su un fiume con un bicchiere di benzina che si trovasse sopra ad una cascata, sa per spirito di conservazione che se rallenta (nel breve periodo) risparmia carburante, ma sa anche che avvicinandosi pericolosamente alla cascata se non si spiccia ad arrivare a riva a fare rifornimento… presto non ci sarebbe più né lui né mozzi e neppure schiavi, ma solo cibo per pesci. Nel caso di un comandante sprovveduto che non chiedesse per tempo al motorista di calcolare l’autonomia (sperando che almeno questo ricopra il suo ruolo per merito!) per poter raggiungere la riva, l’unica salvezza sarebbe qualcuno dall’esterno. In un caso del genere, però, che posizione avremmo poi nel negoziato? Chi avesse tanto e potrebbe pagare bene, comanderebbe, gli altri – i salvati della barca alla deriva – sarebbero destinati all’obbedienza. Un comandante invece che proponesse una via razionale per uscire dal fiume, conoscendo i numeri veri, non avrebbe problemi a riportare la barca in salvo. Costui potrebbe riportare anche la gente alla politica, quella gente che ormai non vota e sta a casa perché è stanca di votare pure il meno peggio.

In tutto ciò un’enorme colpa è anche dell’informazione. Che sia pilotata da un disegno oscuro? Per fare la sua parte, avrebbe dovuto spingere la gente ad usare in primis il cervello. Non dico di restaurare il pensiero unico e di vietare l’opinione, ma tra questo e tollerare tutto ce ne passa. Io instaurerei un format per i dibattiti, per esempio. Tipo le primarie per intendersi, con tempi contingentati, ma con scossa elettrica finale nel caso di sforamento dei tempi o di innalzamento eccessivo del tono di voce oppure in caso di risposta fuori tema e contesto. Ecco, per esempio, i componenti dell’attuale governo io penso passerebbero indenni un format di questo tipo, magari ci sarebbe poco colore, ma rispetto a qualsiasi altro nostro politico non ci sarebbe storia. Ecco bisognerebbe ripartire da quanto di positivo ha portato questo governo sulla scena politica. Il decoro, il rispetto di programmi ed istituzioni, ecc. Se l’informazione fosse fatta di contenuti, di discussioni meno astiose ed in generale informasse davvero, il cittadino potrebbe farsi un’idea, e questo è banale. Sarebbe doveroso verso gli italiani ottenere un po’ di verità dai mezzi d’informazione, ed un format più vero potrebbe pure fare audience, se condotto come si deve. Si guardi al successo che i dibattiti dei candidati alle primarie del PD hanno ottenuto. 
Parliamo però pure un po’ del Nano. Io credo che questo sia tornato più per il Dl sull’incandidabilità che sul ritrovamento del vecchio nemico Bersani. Ghedini gli ha detto: “Silvio, ti devi parare il c**o!” Se avesse vinto Renzi penso che sarebbe tornato ugualmente, magari più avanti, ma lo avrebbe fatto comunque con un quadro legislativo mutato che non gli garantisce l’immunità a vita. Io penso che o Bersani e la sua truppa trovano da subito un’unità programmatica per un piano di uscita dal baratro (che sia o meno sulla linea di Monti) oppure siamo alle solite. C’è da riportare l’efficienza nella pubblica amministrazione, c’è da garantire e finanziare il merito con buona pace dei sindacati che devono mettersi al passo coi tempi e non garantire nello stesso modo uno che lavora bene e uno che lavora consapevolmente male. Ecco, questa è una prima questione da affrontare. Dai sindacalisti è gradita una risposta esaustiva e risolutoria. Ci vuole o no il pugno di ferro con chi va avanti senza far niente, o addirittura facendo lavorare il vicino di scrivania? Ci vuole o no la spranga con chi si inguatta dietro a coloro che si spaccano la schiena e magari prende più soldi di quel che merita? E al dirigente che ha permesso tutto questo? Niente neppure a lui?
Poi ci sarebbe da parlare di evasione, ma su quella c’è poco da ragionare. Processi per direttissima, niente più patteggiamenti, si paga e se non ci si fa a pagare si bloccano i beni rateizzando il dovuto al tasso d’inflazione. Punto. 
Alla fine, comunque il problema nodale è il futuro, o no? Ecco per noi i problemi del futuro sono energia, lavoro, giustizia, equità e demografia (nel senso dell’età media del paese). E allora, visto che lo sappiamo, che ci si dà una mossina? Snellire iter, procedure, cavilli e chi più ne ha più ne metta, mandare a casa un po’ d’avvocati e imporre tempi certi per i processi, ecc. Tutto finalizzato ad attrarre lo straniero che oggi ci sta lontano e non si fida di noi. Ci starebbe bene una patrimoniale ed il Dl sull’incandidabilità lo semplificherei, sai com’è, facciamo che eleggiamo solo incensurati, in fondo se vogliamo andare a lavorare oggi ci chiedono carichi pendenti e casellario giudiziale, perché i nostri politici dovrebbero esserne esenti?
Infine vorrei dire una parola anch’io su Bersani. Ad oggi, lo dò con probabilità del 40% come un moderno Caronte, non a causa del Vendola di turno, o di un Monti-bis… Io penso che gli italiani stiano già mettendo in conto di avere domani un 14 luglio come i cugini francesi… Questo penso”.
 

Mezzuomo: “Cara la mia massaia. In effetti l’Italia sembra proprio la palude in cui tu abiti. Tutto ciò che dici è per molti versi sacrosanto, ma mi permetto giusto di fare due appunti a quanto affermi.

La prima questione riguarda i tecnici VS i politici. Quel che possiamo salvare di questi 13 mesi di governo Monti credo sia il fatto che siamo stati guidati da un governo fatto da persone competenti, che sanno il fatto loro e che si sono rivelate persone perbene, almeno all’apparenza. Persone credibili che, per quanto costrette a svolgere un lavoro sporco, hanno ricevuto un sostanziale apprezzamento dalla popolazione. La dimostrazione di ciò, come tu giustamente dici, è il fatto che l’indice di gradimento di Monti è ancora decente, nonostante tutto. Quel che ci hanno dimostrato è sicuramente che la politica di oggi è per molti versi un affare per tecnici, a dispetto di quanto pensi il tuo amico Ignazio. Il limite però che io vedo almeno in questi tecnici è la totale mancanza di percezione della pancia del paese di quelli che sono stati e sono i suoi bisogni. Ecco, questo io credo è il limite del tecnico. Non ha il contatto con la gente che può avere un politico che, con la sua struttura capillare, può e deve ascoltare quel che il paese reale chiede. Per questo io penso sia necessaria la politica, per questo non auspico un Monti-bis e per questo penso che la politica in sé abbia ancora un significato. In un’Italia ed un mondo perfetto vorrei avere un primo ministro politico con almeno una metà del consiglio composto da ministri tecnici soprattutto in ministeri cardine quali l’economia, il lavoro, la giustizia e le attività produttive e ministri politici per quanto attiene gli interni, gli esteri e la difesa, tanto per dare un’idea. La guida però DEVE essere politica e DEVE prima di tutto essere in grado di ascoltare la gente.

La seconda questione riguarda il Nano e gli errori di questa fine legislatura da parte del PD e, secondo me, di Napolitano. Dopo lo sberleffo del PdL dell’altro giorno si doveva aprire la più classica delle crisi di governo. La questione dello spread è fuffa, aria fritta. Se anche non fosse successo niente di tutto quel che abbiamo visto, a marzo i mercati ci avrebbero impallinato ugualmente. Ormai s’è capito che ai mercati non piace la democrazia con tutte le sue lentezze e magagne e che preferisce di gran lunga un governo che agisca nelle tasche delle persone favorendo i grandi centri di potere e di finanza. Quel che faccio è prima di tutto un ragionamento logico: la maggioranza non c’è più ergo si procede alla crisi. I mercati ci avrebbero impallinato (come peraltro stanno già facendo) per un tempo relativamente breve, avremmo potuto caricare il PdL delle sue responsabilità oggettive dell’aver indotto questo stato di cose e saremmo partiti immediatamente con un brevissima campagna elettorale che ci avrebbe portato al più tardi a votare a febbraio. Perdere altro tempo lede la gente e politicamente Bersani ed il PD, perché, se ci hai fatto caso, le primarie son state cancellate già, il dominus della politica italiana (e dell’informazione che ne gravita intorno!) è tornato ad essere il Nano e ormai non si parla che di lui. E più spazio si dà al Nano e più lui si gonfia e fagocita tutto ciò che ha intorno.

Se vogliamo uscire dalla palude, e magari tu cara massaia potresti andare a cercarti una casa in un luogo un po’ meno umido, dobbiamo agire. La prassi è il motore di tutto, il tempo è prezioso ed il treno della novità, del progresso, del tentativo di cambiare le cose non aspetta. Una volta che è perso, è perso per sempre.

Bisogna fare presto. Vinceremo, su questo son sicuro. Il Nano è sconfitto, ma mi chiedo perché non siamo decisi? Perché non diamo il colpo di grazia a lui ed a tutti i berluscones? Che sia perché la politica italiana ha in sé un qualche spirito di autoconservazione? Se fosse così… Sì, spero proprio in una rivoluzione vera. Spero proprio di aprire la Terza Repubblica dopo aver assaltato Montecitorio e Palazzo Madama!”

Rieccolo

Rispettosa massaia della palude: “Quanto ci costano le scelte politiche come quelle di Berlusconi e del PdL di ieri? In quanto tempo un eventuale inasprimento dello spread potrebbe bruciare una quantità di denaro, cheneso, paragonabile al fondo di copertura per gli esodati?”

ImageMezzuomo: “Eh, bella domanda. Risulta sempre molto difficile cercare di valutare l’impatto finanziario di certe dichiarazioni e di certi comportamenti anche e soprattutto perché le reazioni istintive sono per definizione irrazionali e dunque incontrollate. La strada più probabile, come pare sia emerso dalla conferenza di Alfano, è una crisi pilotata che porti ad anticipare il voto ai primi di marzo. In queste situazioni basta un nonnulla che… Sai, le variabili in gioco son talmente tante che non risulta affatto facile uscirne bene.Quel che è certo è che il PdL intende dare l’eutanasia a Monti, senza però farsi trovare con la pistola fumante in mano. I motivi sono molteplici per quanto, io credo, il principale al solito sia la giustizia. Lo Psico Nano ritiene che Monti abbia violato quel patto non scritto, quel salvacondotto che avrebbe potuto salvare la sua persona finché non verrà rinchiuso nel suo stesso mausoleo. Il Consiglio dei Ministri infatti ha approvato oggi il Dl relativo all’incandidabilità di (certi) condannati, ma soprattutto una sorta di “autorizzazione a procedere” nel caso un eletto venga condannato durante il proprio mandato con sentenza passata in giudicato che ne determini l’immediata decadenza da ogni carica. Lo Psico Nano, insomma, ha paura che una volta rieletto (in Parlamento, e quel posto non glielo leva nessuno) venga condannato in almeno uno dei suoi mille processi e che di conseguenza gli tocchi dimettersi, tutto qua. Questa è la sua battaglia, lo è sempre stata e finché non se ne andrà ad Hammamet combatterà. Mettiamoci l’anima in pace. Io vi (ri)dico la mia, per me il Nano è il passato. Punto…. Su questo aspetto vostri commenti.

Veniamo però alla domanda vera, cara massaia… Visto che mi stavo perdendo per strada. Lo spread è un falso problema se si tratta di fiammate di breve periodo, così com’è un falso successo quello che declama Monti, visto quel che è successo ieri e vista la volatilità che ha dimostrato il nostro differenziale rispetto ai bund. Lo spread è un problema se s’instaura un trend negativo dovuto all’andamento del nostro tasso laddove il bund dovesse restare stabile. Ciò imporrebbe nelle successive aste di rifinanziamento di “rinnovare” il debito a tassi più alti di quanto non lo siano stati quando quel certo pezzetto di debito (che andiamo a sostituire) era stato in origine generato.

Se dunque cerchiamo di quantificare l’impatto si va sul difficile. E su questo sinceramente dovrei documentarmi. I veri problemi, infatti, sono venuti da trend lunghi mesi (come tra l’estate 2011 e il marzo 2012) e non è ben chiaro quanto ciò abbia influito sulle casse dello stato. Potrei dilungarmi sulla questione andando a fare un conto della serva sull’andamento del nostro debito/PIL di quel periodo, ma le componenti da analizzare sono talmente tante che forse… mi perderei nella palude… ed avrei bisogno che tu, massaia, mi rimettessi sulla retta via.
Ergo lasciamo stare per il momento i numeri. La domanda la faccio a voi. Pensate che le scelte del PdL possano avere un impatto sulle elezioni ormai alle porte? Son curioso di sapere che ne pensate.
Uomo: “A me pare che siamo di fronte all’ennesimo teatrino della politica italiana, proprio nello stile della Prima Repubblica. La tempistica è indicativa. La scorsa settimana primarie del PD. Successo del candidato vincitore prevedibile. Si ricandida “automaticamente” lo Psico, con Alfano che dice “a questo punto le primarie non sono più necessarie”, a ricordarci ancora una volta che quello non è un partito, non è una coalizione, ma solo una emanazione delle velleità dello Psico. Mi pare un percorso già visto, già annunciato, già segnato. Mi pare che non ci sia nulla di nuovo nel panorama politico, nonostante la grande prova di democrazia che sono state le primarie del PD. L’esperienza dei tecnici si avvia verso la fine. Il rigore lo dovevano applicare loro. Mai nessun politico avrebbe avuto il coraggio di compiere scelte così impopolari come quelle viste negli ultimi mesi, con una tassazione che è arrivata a livelli esosi, colpendo le solite categorie e lasciando inalterati i privilegi delle solite cricche. Pagando certamente le scelte scellerate e allegre dei governi dello Pisco…Ma questo non basta certo a spiegare tutto. Rigiro allora la domanda al nostro economista da strapazzo, dove saremmo ora se le primarie non le avesse vinte “il partito”, ma il caro Matteo?!”
Mezzuomo: “Chi è l’economista? Non ne vedo in giro. Provo a rispondere alla domanda politica. Cosa sarebbe successo se avesse vinto Matteo.
Beh, per ora molto poco, visto che l’unica cosa davvero importante è vincere alle prossime politiche. Resta il fatto, però, che nelle dinamiche interne alla politich(etta) italiana qualcosa di grosso sarebbe potuto succedere. Il Nano, in primis, non sarebbe proprio stato della partita, secondo me. Le primarie sono state un grande successo democratico, è vero, ma anche la dimostrazione che l’Italia anche nel suo lato progressista, è un paese che non vuole, o meglio, ha paura di cambiare. Se avesse vinto Renzi domenica, sarebbe stata una deflagrazione per l’establishment del PD e contestualmente la morte sicura del Berlusconi politico, assolutamente non in grado di tener botta ad una persona di quarant’anni più giovane e per molti versi a lui simile. La vittoria di Bersani ha per così dire “ringalluzzito” il Nano che tenta adesso di far saltare il banco, per scappare come al solito col malloppo, cavalcando magari lui l’idea di rottamazione e di ricambio generazionale (tra i suoi e non solo).
Non credo che il Nano vincerà, però, dobbiamo combattere fino alla fine per scongiurare il rischio che gli italiani continuino ostinatamente a non voler cancellare uno dei periodi più scelerati della nostra storia.
Sul lato economico, mi astengo. Bersani implicitamente sostiene che la strada sia già stata in gran parte tracciata da Monti, e a me la cosa non entusiasma, Renzi non abbiamo idea di quello che avrebbe fatto, se non una revisione del modo di spendere i quattrini, cosa che a me faceva molto gola, sinceramente. Un’altra cosa su cui possiamo essere piuttosto sicuri è che non avremmo visto una tale accelerata nella crisi del governo Monti se Bersani non avesse vinto e dunque Silvio non fosse sceso in campo. Credo, invece, che saremmo andati galleggiando fino a primavera con una situazione di spread stazionaria (o forse anche al ribasso), e senza grossi scossoni.
Evidentemente, però, tutto ciò è troppo lontano dal nostro modo di concepire la politica. In fondo, noi italiani non sappiamo neppure cosa sia la Realpolitik di bismarkiana memoria.
Riusciremo ad uscire da questo limbo? Non credo per quanto lo voglia fortemente.
La domanda dunque è: Bersani ci farà da Caronte portandoci all’Inferno oppure si guadagnerà la caratura di statista e ci riporterà nel mondo “normale”?”

Una prima valutazione di quel che è stato

12-11-24

Uomo: “Ed i pronostici si sono dunque avverati…Che ne dici di questo risultato? 

In fondo ce lo aspettavamo. 

Ti sottopongo però tre spunti di riflessione:1) Renzi che vince nei “suoi” territori…2) D’Alema e Bindi che si “riaffacciano”…3) Berlusconi che alla luce di questo risultato si ricandida (?)…”

Mezzuomo: “In effetti i pronostici si sono avverati, ma per pronunciarmi sul risultato ho bisogno di far passare un po’ di tempo. Ho paura che la fretta sia cattiva consigliera nel valutare a caldo uno dei passaggi che si rivelerà l’evento cardine della storia italiana del 2012. Sì, su questo mi sbilancio. Credo che quanto accaduto intorno a queste primarie rappresenti l’unica novità interessante di quest’anno. Parliamoci chiaro. Monti ha fatto il suo tempo ed è tutto sommato normale che, pur nella difficoltà, la politica riprenda pian piano il suo posto. Le primarie si son rivelate un buon inizio.

Visto però che lanci il sasso, anzi, i sassi, cominciamo col fare qualche ragionamento.
1) Renzi. Esce ridimensionato dal ballottaggio, ma questo era prevedibile. Era impensabile che raccogliesse voti nel bacino di Vendola, ma soprattutto era impensabile che potesse vincere laddove non potesse catalizzare nuovi elettori, dato che le regole prevedevano l’impossibilità di iscriversi, per così dire, “in corsa”. In effetti, esce ridimensionato proprio nelle regioni rosse… Ma avrebbe potuto essere diversamente? Non credo, in fondo se quelle regioni sono rosse ci sarà un motivo, o no? C’è però da riconoscere al sindaco che, e vengo a 2), in realtà potrebbe essere riuscito laddove nessuno era riuscito prima, ovvero mettere da parte definitivamente proprio D’Alema e la Bindi. Entrambi, infatti, “si riaffacciano”, è vero, ma escono con le ossa rotte dalla tenzone. Il loro ricomparire a vittoria (di Bersani) ottenuta, sa molto di “canto del cigno”. Il D’Alema calimero berlusconizzato, che si scaglia contro tutta la stampa rea di aver dato contro a Bersani, sventato il pericolo, pare non voler ricandidarsi e limitarsi a dare un contributo dall’esterno… Beh, lo vedo molto più probabilmente a veleggiare nel Mediterraneo sulla sua barca a godersi la lauta pensione piuttosto che partecipare attivamente dall’esterno. No, non credo che Baffino accetterebbe un ruolo del genere. La Bindi? Dopo lo sproloquio di domenica scorsa, si è data una regolata. Non farà l’auspicato passo indietro, ma prevedo per lei uno scranno moooolto appartato in Parlamento. Ormai è sotto gli occhi di tutti. La signor(in)a from Sinalunga ormai appartiene alla sagra degli impresentabili.
Dunque, 1) + 2), siamo al punto più importante. Secondo me, Renzi DEVE mantenere quanto affermato. Deve restare leale al PD e non smettere di pungolarlo, anzi, deve impegnarsi, questa volta dall’interno – un bagno di sana umiltà gli fa altro bene in effetti! – a portare avanti la ventata di novità nei tempi, nei modi, nei ritmi e nei programmi che porta con sé. Se rompe col PD, a questo giro, il bipolarismo in Italia muore, a meno di non inventarsi una legge elettorale totalmente maggioritaria, cosa molto lontana da venire in quest’Italia di campanili e piccol(issim)e rendite di posizione.
Infine Berlusconi. E 3). Lo (Psico)Nano. Ah, gode come un riccio! Scusa la finezza. Con Renzi non ci sarebbe stata partita, e quel vecchio marpione lo sapeva. Con Bersani è convinto di giocarsela, per cui, pare oggi voglia tornare in campo. E con quest’ultima uscita siamo 4 – 4 (su Twitter si è formato un gruppo di persone che sta cercando di tenere il punteggio della partita “Mi candido” VS “Non mi candido”).. Chi vincerà? Vuoi provare a scommettere sul risultato esatto?
Se ti ricordi, in tempi non sospetti, davanti al solito crostino di fegatini ed ai tortellini panna e prosciutto, pronosticai che Silvio era finito. Lo confermo. Per me Silvio è finito. Qualcosa in fondo credo abbia insegnato un anno di lacrime e sangue come quello di Monti. Ha fatto capire agli italiani che il paese in cui vivono non ha i ristoranti pieni!”

Dialoghi molto attuali… L’ILVA e la politica industriale italiana

Uomo: “Pensavo oggi alla questione ILVA. Che poi, parliamoci chiaro, la questione occupazionale dovrà assolutamente essere il centro di ogni intervento politico dell’immediato futuro. Detto ciò, la questione ILVA mi pare riassuma emblematicamente i paradossi di certa industria italiana. 
Ma il dramma è la scelta esistenziale tra il lavoro e la salute: il dramma è che oggi, nel 2012, debba darsi il caso che il futuro di una industria di queste dimensioni sia racchiuso in una scelta dicotomica del tipo bianco/nero. Qui si racchiude tutto il fallimento della gestione sia politica istituzionale che politica industriale. e come al solito a pagare saranno i poveri cristi che forse andranno in cassa integrazione. Sarebbe fuori luogo secondo te un intervento statale pesante? Se il capitolo delle liberalizzazioni è in effetti un capitolo di fallimenti, perchè lo stato non potrebbe riprendersi settori strategici dell’industria? Certo non secondo modelli sovietici, ma secondo modelli di partecipazione indiretta, dove però la salvaguardia della salute e del diritto al lavoro ritornano centrali. Chissà..”

ilva-tarantoMezzuomo: “ILVA. Che situazione! Come giustamente dici te, è uno dei tanti fallimenti della politica e dell’imprenditoria italiana. Il solito intreccio di poteri che ha fatto mangiare tante bocche a Roma, in regione Puglia, nella provincia e nel comune di Taranto, salvo poi affamare e ancor peggio ammalare la povera gente. Il problema è gravissimo altro che grave. L’ILVA rappresenta il 55% del PIL della Puglia, se non ricordo male, è di gran lunga il primo produttore di acciaio d’Italia e dà lavoro tra diretto ed indiretto a qualcosa come 30.000 persone. Questi i numeri della produzione, ma che dire del problema sanitario? C***o. Lì la gente muore per davvero e con incidenze di mortalità da paura, paragonabili forse solo al macello del fu Eternit di Casale Monferrato. Ecco, cercando di lasciare un attimo da parte la questione socio-politica e guardando ai numeri, mi ricordo una discussione con ****** che una volta mi fece entrare in una riflessione riguardo alla stima dei costi degli eventi estremi (dei Cigni Neri, tipo le catastrofi, ecc.). In effetti non esistono modelli chiari per capire quanto effettivamente costi alla collettività una concentrazione di morti e/o da malattie indotte da eventi estremi e/o dalla scelerata attività umana, tipo il terremoto dell’Aquila o l’ILVA, appunto, a Taranto. Il problema si aggrava poi se andiamo a vedere anche i costi sociali di una chiusura di un impianto come l’ILVA. Si tratta di una polveriera sociale e non c’è economista al mondo, di qualsiasi credo sia, che non dica che il disagio sociale è il problema economico più difficile da gestire. Solo la guerra può essere paragonabile ad una situazione come la disoccupazione dilagante e la tensione, che ovviamente si manifesterà nel caso di una chiusura (come quella che appare dietro l’angolo)! Quindi? Come uscirne? La ricetta c’è. Peccato che non sia quella del pensiero dominante oggi in Europa. Questa ricetta è quella di Keynes e Roosevelt e che oggi è impersonata dagli economisti “di mare” che hanno come capofila Krugman, che si contrappongono strenuamente agli economisti del pensiero dominante, gli economisti “d’acqua dolce” (tra l’altro se hai voglia ti consiglio di leggere un libello molto carino proprio del Nobel Krugman – “Fuori da questa crisi adesso”). In situazioni di crisi come questa bisogna sostenere la domanda aggregata con la Mano Pubblica. C’è poco da fare. Se ho disoccupazione dilagante, la gente non spende e la domanda muore… E la domanda non si rilancia con l’austerity, ma solo facendo spendere chi può spendere, ovvero gli Stati. La questione del debito è un problema relativo nella misura in cui il debito è sempre il credito di qualcun’altro… Per cui… Una situazione come l’ILVA potrebbe essere affrontata solo sospendendo il patto di stabilità e con lo Stato che s’impegnasse a garantire la produzione prima, la riconversione e la bonifica poi. Punto. E la cosa che mi fa incazzare è che sotto al tavolo questi “maneggi” per le banche già si fanno. Guarda il MPS oggi in Italia, Dresdner e Commerzbank ieri in Germania, Dexia in Belgio e tutte le banche spagnole. Sai qual è il problema? Io credo che nessuno abbia il cuore di stappare il vaso di tutto quello che c’è a Taranto perché nessuno sa cosa ci sia davvero e nessuno vuole trovarsi con la patata bollente in mano. Ed in tutto ciò, l’Europa da parte sua non intende ulteriormente sporcarsi le mani perché dal suo punto di vista sta versando fiumi di denaro da decenni al Sud-Italia tramite i famosi fondi per la coesione sociale, che regolarmente si perdono nella corruzione, nelle mafie, ecc. E d’altra parte la politica italiana oggi più di ieri è il nulla assoluto. Ed eccoci qua. Bersani. Sì, proprio lui. A marzo, appena un minuto dopo l’elezione deve avere le palle e fare il politico vero. Deve salvare Taranto. Punto. Questi tecnici prenderanno tempo e non decideranno nulla perché non credono veramente che lo Stato debba intervenire massicciamente a Taranto, al di là di tutti i buoni propositi di Rigor Montis…. C’è poco da dire ancora: Monti, ecc. sono parte della corrente degli economisti “di acqua dolce”… E quindi… Punto.